L’Ocse rivede al rialzo le previsioni di crescita del Pil italiano, portandole a +1,6% per quest’anno e a +1,5% per il 2018, dall’1,4% e dall’1,2% stimati a settembre. Nell’Economic Outlook semestrale, l’Organizzazione che riunisce i 35 Paesi industrializzati, prevede poi per l’Italia nel 2019 una crescita dell’1,3%, quindi un po’ più lenta rispetto ai due anni precedenti.
Debito al 127,7% nel 2019. Pensioni restino legate all'attesa di vita
Il debito pubblico è stimato in calo al 129,8% del Pil nel 2018, dal 131,6% quest’anno e al 127,7% nel 2019. Le previsioni per il deficit puntano a una riduzione dal 2,1% del 2017 all’1,6% nel 2018 e all’1,1% nel 2019. L’inflazione è prevista all’1,4% quest’anno seguita da 1,2% e poi ancora 1,4%.Il tasso di disoccupazione è atteso in calo dall’11,2% del 2017 al 10,5% l’anno prossimo e al 10,1% nel 2019. I consumi – spiega il rapporto – continueranno a trainare la ripresa, che comunque si espanderà anche agli investimenti e all’export. Il grosso stock di crediti deteriorati e l’elevato debito pubblico – ammonisce d’altro canto l’Ocse - espongono l’Italia a rischi finanziari. Sul fronte degli Npl, comunque, la strategia del Governo di fare fronte alle difficoltà delle banche più deboli “sta dando frutti” e gli Npl hanno iniziato a calare. Le riforme strutturali devono continuare se l’Italia vuole rafforzare la coesione sociale e la crescita potenziale. In particolare, “va mantenuto il legame tra l’età di pensionamento e l’attesa di vita per rafforzare l’equità tra generazioni e salvaguardare la sostenibilità del sistema pensionistico nel lungo termine”. Un rallentamento delle riforme o una deviazione sui conti pubblici dopo le elezioni previste a inizio 2018 “provocherebbero una caduta della fiducia e farebbero deragliare l’Italia da una ripresa durevole”.
Servono più progressi nella lotta all'evasione, ridurre spesa
L’Ocse sottolinea che l’attuazione delle riforme strutturali deve essere accompagnata da un graduale aumento del surplus primario di bilancio. Questo richiede “maggiori progressi nella riduzione dell’evasione fiscale e una razionalizzazione delle spese fiscali e della spesa corrente”. Per rafforzare l’inclusione sociale, le risorse vanno indirizzate verso i programmi contro la povertà e gli incentivi all’occupazione, soprattutto a favore dei giovani. Quanto agli Npl, il rapporto indica che il loro peso sui bilanci delle banche, “aumenta il rischio per le finanze pubbliche nel caso di una crisi”. L’elevato debito pubblico limita la politica fiscale rendendola molto sensibile ai cambiamenti dei tassi d’interesse. L’Ocse nota anche che la prevista introduzione della fatturazione digitale per le transazioni business-to-business è “un passo importante nella riduzione dell’evasione fiscale”. L’Organizzazione raccomanda di ridurre la soglia per i pagamenti in contanti e tagliare la spesa fiscale (cioè le deduzioni o le agevolazioni) che “non abbia una ragione sociale ed economica”. Vanno continuati gli sforzi per aprile i servizi pubblici locali alla concorrenza e il turnover nella Pubblica amministrazione dovuto al pensionamento di molti dipendenti nel prossimo futuro “è un’opportunità per ristrutturare la pubblica amministrazione”.
Economia globale a top da 2010 ma la ripresa resta sotto gli standard L’economia globale sta crescendo al ritmo più rapido dal 2010 e la ripresa sta diventando sempre più sincronizzata tra i vari Paesi. Tuttavia il miglioramento nel suo insieme resta modesto se paragonato agli standard del passato e non sembrano esserci ancora le basi per assicurare una crescita forte e sostenuta nel medio termine, oltre che resiliente e inclusiva. L’Economic Outlook semestrale dell’Ocse ritocca al rialzo le stime di crescita, ma avverte che l’orizzonte non è così sereno. La crescita globale, insomma, resterà forte, ma solo per un po’. Il Pil mondiale 2017 è stimato in aumento del 3,6% contro il 3,5% indicato nello scorso settembre, mentre è confermato il +3,7% del 2018 e per il 2019 il pronostico punta a +3,6%. Per l’area Ocse che riunisce i Paesi avanzati le previsioni sono di +2,4% quest’anno e il prossimo e di +2,1% nel 2019. Per l’Eurozona le previsioni per il 2017 migliorano a +2,4% da +2,1% quest’anno, seguite da +2,1% e +1,9% nei due successivi. Il Pil tedesco è atteso in crescita del 2,5% quest’anno (da +2,2%) e del 2,3% il prossimo (da +2,1%), seguito da +1,9% nel 2019. Per la Francia le attese puntano a +1,8% nel 2017 e nel 2018 (da +1,7% e +1,6%) e a +1,7% nel 2019. La crescita italiana è rivista all’1,6% dall’1,4% nel 2017, all’1,5% nel 2018 (da 1,2%) e all’1,3% nel 2019. Per la Gran Bretagna in direzione Brexit si prospetta un progressivo rallentamento da +1,5% quest’anno a +1,2% e +1,1%. La crescita resta minore del passato anche nelle economie emergenti, frenata dal rallentamento delle riforme e dai rischi finanziari derivanti dall’elevato debito, in particolare in Cina (Pil +6,8% quest’anno e poi +6,6% e +6,4%). Ma i rischi finanziari – sottolinea il rapporto - stanno aumentando anche nelle economie avanzate, dove il prolungato periodo di tassi bassi sta incoraggiando ad assumere maggiori rischi e ad aumentare le valutazioni degli asset, inclusi quelli immobiliari. (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)
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