Nella zona euro «l'espansione dell'attività continua a essere solida e generalizzata nei diversi Paesi e settori». È quanto indica la Bce nel bollettino economico. «La crescita del Pil in termini reali è sostenuta dalla crescita dei consumi privati e degli investimenti, nonché dalle esportazioni, che beneficiano della ripresa generalizzata a livello mondiale», si aggiunge, sottolineando che «i risultati dell'ultima indagine e i dati più recenti confermano una robusta dinamica espansiva. Anche l'economia internazionale continua a espandersi a ritmi sostenuti, e la ripresa evidenzia segnali di sincronizzazione a livello mondiale».
Nel bollettino si confermano quindi le proiezioni macroeconomiche per l'area dell'euro formulate in dicembre dagli esperti dell'Eurosistema, che «prevedono una crescita annua del Pil in termini reali pari al 2,4% nel 2017, al 2,3% nel 2018, all'1,9% nel 2019 e all'1,7% nel 2020». Per quanto riguarda l'inflazione, infine, si ribadiscono le proiezioni macroeconomiche di dicembre formulate per l'area dell'euro dagli esperti dell'Eurosistema, «che indicano un tasso annuo di inflazione misurato sullo Iapc dell'1,5% nel 2017, dell'1,4% nel 2018, dell'1,5% nel 2019 e dell'1,7% nel 2020».
Perchè i tassi ancora bassi
«Il Consiglio direttivo (della Bce) ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento e continua ad attendersi che rimangano sui livelli attuali per un prolungato periodo di tempo, e ben oltre l'orizzonte degli acquisti netti di attività». È quanto si legge nel bollettino economico della Banca centrale europea, nel quale si ricorda inoltre che «nella riunione di politica monetaria del 14 dicembre 2017, il Consiglio direttivo ha concluso che un ampio grado di accomodamento monetario è ancora necessario per assicurare un ritorno dell'inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2%».
Inflazione e stimoli monetari
Ad ogni modo, le stime «indicano un ritmo sostenuto dell'espansione economica e un significativo miglioramento delle prospettive di crescita» e alla luce di questo, «secondo il Consiglio direttivo, il forte slancio congiunturale e la considerevole riduzione della capacità inutilizzata nell'economia inducono a ritenere con maggiore fiducia che l'evoluzione dei prezzi convergerà verso l'obiettivo di inflazione». Tuttavia, si ammonisce nel bollettino, «allo stesso tempo, le pressioni interne sui prezzi rimangono nel complesso moderate e devono ancora mostrare segnali convincenti di una protratta tendenza al rialzo». Per questo, «il Consiglio direttivo ha concluso che un ampio grado di stimolo monetario rimane necessario affinché le spinte inflazionistiche di fondo continuino ad accumularsi e sostengano la dinamica dell'inflazione complessiva nel medio periodo».
Risanamento necessario
Nei Paesi della zona euro «con alti livelli di debito sono necessari ulteriori sforzi di consolidamento per condurre stabilmente il rapporto debito pubblico/Pil su un percorso discendente e per ricostituire margini di bilancio». È quanto indica la Bce nel bollettino economico. In generale, «il disavanzo di bilancio nell'area dell'euro dovrebbe ridursi ulteriormente nell'orizzonte temporale di proiezione (2017-2020), soprattutto per effetto del miglioramento delle condizioni cicliche e della riduzione della spesa per interessi». E ancora, «in base alle previsioni, in termini aggregati l'orientamento delle politiche di bilancio per l'area dell'euro sarebbe sostanzialmente neutro. Il rapporto debito pubblico/Pil nell'area dell'euro continuerà probabilmente a diminuire, sebbene a partire da un livello ancora elevato», per questo «in particolare nei Paesi con alti livelli di debito sono necessari ulteriori sforzi di consolidamento».
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