Nel quarto trimestre Citigroup ha virato in rosso, riportando perdite nette per poco meno di 18,3 miliardi di dollari. Come si legge in una nota, hanno pesato oneri straordinari per 22 miliardi di dollari, legati al cambiamento della regolamentazione previsto dalla riforma fiscale voluta dal presidente Donald Trump. In particolare, l'onere è composto per 19 miliardi dal cambio di valutazione dei «deferred tax asset» (finora la banca, come altre aziende, ha ridotto le tasse versate al Fisco usando perdite passate per controbilanciare profitti futuri, ma con le nuove aliquote il vantaggio è molto ridotto e la società dovrà svalutare il valore di quegli asset) e per 3 miliardi al rimpatrio di utili realizzati dalle divisioni straniere. Nello specifico, nei tre mesi a dicembre, Citigroup ha riportato perdite nette per 18,299 miliardi di dollari, -7,15 dollari per azione, contro i profitti per 3,573 miliardi, 1,14 dollari per azione, dello stesso periodo dell'anno scorso. Escludendo le voci straordinarie, l'utile per azione è stato di 1,28 dollari per azione, meglio degli 1,19 dollari previsti dagli analisti. Il giro d'affari è salito dell'1% a 17,255 miliardi.
Nell'intero 2017 il giro d'affari è salito del 2% a 71,449 miliardi di dollari. L'onere straordinario legato alla riforma fiscale ha pesato anche sui profitti dell'intero anno: Citigroup ha messo a segno perdite nette per 6,204 miliardi, contro i profitti per 14,912 miliardi del 2016. «Sebbene i risultati del quarto trimestre riflettano l'impatto di un onere significativo dovuto alla riforma fiscale, l'impatto sul capitale è molto meno significativo. La riforma non cambia i nostri obiettivi sui ritorni di capitale e rimaniamo impegnati a restituire almeno 60 miliardi nel ciclo attuale di Comprehensive Capital Analysis and Review (Ccar, arco temporale introdotto dalla Federal Reserve per valutare struttura e standard patrimoniali delle banche)», ha detto l'amministratore delegato Michael Corbat, spiegando che nel più lungo termine «la riforma fiscale porterà a un aumento di utile netto e ritorni e contribuira' a rafforzare, andando avanti, la possibilità di generare capitale».
Su base operativa, Citigroup ha chiuso il 2017 con un utile di 15,8 miliardi, un miliardo in più, il 6%, rispetto all'anno precedente. Nei tre mesi, il rapporto capitale Tier 1, in base ai parametri di Basilea III, è stato del 12,3%, mentre il ritorno sul capitale è stato negativo per il 36,3%. Il fatturato della divisione bancaria si è attestato a 4,71 miliardi, quello del consumer banking a 8,41 miliardi, quello legato al reddito fisso a 2,41 miliardi, quello sulle attività per i clienti istituzionali a 8,1 miliardi. L'allowance per perdite legate ai prestiti è stata di 12,4 miliardi, l'1,87% dei prestiti totali, contro i 12,1 miliardi, l'1,94% del totale, della fine del 2016. Alla fine del trimestre i prestiti erogati erano 667 miliardi, in aumento del 7% dall'anno precedente.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)
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