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Ynap vale 5,3 miliardi con l'offerta di Richemont

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Ynap vale 5,3 miliardi con l'offerta di Richemont

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Volano in Borsa le azioni di Yoox Net-A-Porter Group, dopo che il colosso svizzero del lusso Richemont a sorpresa ha lanciato l'offerta pubblica di acquisto sull'intero capitale della società, mettendo sul piatto 38 euro, un valore quasi del 26% superiore ai corsi di Borsa di venerdì scorso. La mossa costerà a Richemont circa 2,7 miliardi di euro, mentre la valorizzazione della società web si attesta attorno a 5,3 miliardi di euro. I titoli passano di mano a 37,6 euro, in progresso del 24,26%, mentre le azioni di Richemont perdono l'1,18% portandosi a 89 franchi svizzeri.

Richemont era l'azionista di riferimento del gruppo online dal 2015
Il gruppo elvetico che controlla marchi prestigiosi come Cleef & Arpels, Piaget, Vacheron Constantin, Jaeger-LeCoultre, Panerai e Montblanc , oltre che la profittevole Cartier, dal 2015 possedeva circa la metà del capitale sociale di Ynap, sebbene in assemblea si presentasse con il 25% dei voti, dal momento che risultava proprietario del 25% dei diritti di voto e del capitale ordinario. A questo punto, invece, sta cercando di aggiudicarsi il 100% di Ynap per procedere al delisting. Comunque, anche se la società di vendite online darà l'addio a Piazza Affari, manterrà la propria sede in Italia e continuerà ad operare separatamente, come rassicura il comunicato di oggi che illustra l’operazione.

La società accelererà il percorso di crescita
«Oggi è un momento memorabile per Yoox Net-A-Porter Group. Richemont, già il nostro maggior azionista, ha deciso di promuovere un'offerta pubblica per acquisire l'intera Ynap», ha commentato il fondatore di Yoox e ad di Yoox Net-A-Porter, Federico Marchetti, che ha aggiunto: «Come ha dichiarato Richemont il razionale dell'operazione è investire ulteriori risorse con l'obiettivo di accelerare il solido percorso di crescita di Ynap e rafforzarne la posizione di leadership nel lungo termine nel settore del lusso online. Questo si tradurrà in maggiori investimenti in prodotto, tecnologia, logistica, persone e marketing. Ynap continuerà a essere gestita come società distinta, garantendo così la neutralità ed attrattività della propria piattaforma per tutti i marchi del lusso. La sede rimarrà in Italia».

Yoox è nata nel 2000 e nel 2009 è sbarcata in Borsa
La società di vendite online fu fondata negli anni 2000 a Bologna da Federico Marchetti, che poi la traghettò a Piazza Affari nel 2009, con i titoli offerti in Ipo a un prezzo di poco superiore ai 4 euro per azione. All’epoca Yoox fatturava circa 150 milioni di euro. Con il passare degli anni e l'affermarsi del business online, la società è cresciuta, investendo in tecnologia e riscuotendo sempre più successo presso le grandi marche del lusso, per le quali ha iniziato a realizzare siti specifici, oltre che a vendere i loro capi di passate stagioni sul proprio sito. Yoox ha poi allungato il passo nel 2015, quando ha varato la fusione con Net-a-Porter, azienda di vendite online di prodotto di lusso appartenente a Richemont. Dall’operazione era nata Ynap, azienda con un giro d’affari da circa 1,3 miliardi di euro e un ebitda aggregato superiore ai 100 milioni. A seguito dell’operazione, Richemont deteneva il 50% delle azioni dell’intero capitale sociale, ma per garantire l'indipendenza della nuova realtà aveva congelato i propri diritti di voto in assemblea al 25%, impegnandosi a non nominare più di 2 membri del cda

su 12, mentre la maggioranza degli amministratori doveva essere indipendente. Oggi, a inizio 2018, arriva un nuovo cambio di passo, con Richemont che prova a conquistare la totalità della società, raccogliendo la sfida dell'online, un mondo sempre più sotto la lente del settore della moda, complici le brillanti prospettive di crescita che si profilano all’orizzonte. In effetti di recente se Amazon ha iniziato a vendere capi di lusso, il colosso francese Lvmh dallo scorso giugno ha lanciato 24 Sevres, un grande magazzino virtuale di lusso che riunirà contemporaneamente sia le griffe del gruppo, sia marchi esterni al suo perimetro di proprietà.


Marchetti conferirà la quota del 4% al gruppo svizzero, vale quasi 200mln

Con l'opa di Richemont il fondatore di Yoox, Marchetti, uscirà dal capitale di Ynap, consegnando al gruppo elvetico la sua quota pari a poco meno del 4% del capitale sociale (o il 5,7% considerando il capitale ordinario). Considerando i prezzi di opa, l’imprenditore, partito dal niente nel 2000, ha in mano una partecipazione che vale quasi 200 milioni di euro. Per l'esattezza di oltre 196 milioni. Questa mattina su Twitter il fondatore di Yoox ha scritto: «Wow! Richemont. il principale azionista di Ynap, si è offerto di comprare l'azienda valutandola 5,3 miliardi di euro o 6,4 miliardi di dollari!». Nel comunicato, invece, Marchetti ha commentato: «La prospettiva di non possedere più il 4% del capitale azionario non cambia assolutamente il mio impegno imprenditoriale in Ynap. La mia motivazione è sempre stata sognare ed innovare per i nostri clienti e questo non cambierà negli anni a venire».
Nel capitale di Ynap, come risulta da Consob, sono presenti Renzo Rosso (che detiene il 3,9% del capitale sociale), Capital Research and Management (6,9%), Schroeder (3,4%) e Alabbar Mohamed Ali Rashed (2,7%), il gruppo arabo con il quale Ynap l'anno scorso ha stretto un'alleanza per l'espansione in Medio Oriente.
Nell’operazione di Opa, Ynap è assistita da BofA Merrill Lynch1 e da Mediobanca - Banca di Credito Finanziario, in qualità di advisor finanziari. Gatti Pavesi Bianchi agisce in qualità di consulente legale. Richemont è stata assistita da BonelliErede e Slaughter and May.

Analisti positivi, speculazione su eventuali rilanci
Gli analisti di Mediobanca avevano indicato un target di prezzo per le Ynap a 39 euro lo scorso ottobre e anche la scorsa settimana avevano confermato la raccomandazione positiva sui titoli, con target di prezzo a 39 euro, sebbene i dati preliminari relativi al 2017 fossero risultati inferiore alle stime e al consensus. L’azienda ha chiuso il 2017 con ricavi netti pari a 2,1 miliardi di euro, con una crescita organica del 16,9% rispetto al 2016 (a cambi e perimetro costanti) e dell'11,8% reported (cambi correnti e perimetro effettivo). Nel solo quarto trimestre Ynap ha registrato un giro d’affari di 575,1 milioni di euro, con una crescita organica del 13,2% (+6,9% reported).
Mentre a Piazza Affari i titoli di Ynap si stanno approssimando al valore offerto dalla società svizzera, sul mercato già circolano mille illazioni sulle ragioni che hanno portato Richemont a lanciare l'Opa sulla società web. Sul mercato c’è chi si spinge a ipotizzare che il gruppo elvetico abbia deciso di acquistare la totalità del capitale per prevenire operazioni ostili. Gli analisti di RBC, ad esempio, continuano a consigliare un ‘outperform’ sulle azioni di Ynap, mettendo in conto la possibilità di una contro-offerta. Del resto, aggiungono gli esperti, Ynap è una società competitiva e con prospettive di crescita. In più le sue azioni quotano a sconto rispetto alle aziende concorrenti. Ad ogni modo numerosi analisti ritengono che l’opa lanciata da Richemont sia stata dettata più che altro dalla logica di accelerare lo sviluppo digitale del gruppo elvetico, anche alla luce dei tassi di crescita che si profilano negli anni venturi sul mondo delle vendite online.
Banca Akros esclude la possibilità di una contro-offerta, pur mettendo in conto che nei prossimi giorni le azioni potrebbero spingersi anche sopra il prezzo di 38 euro, sulle ali della speculazione. Gli esperti di Banca Akros hanno tagliato il giudizio su Ynap da ‘Accumulate’ a ‘Neutral’, pur apprezzando l’offerta di Richemont. Offerta, ricordano gli esperti, totalmente pagata cash. Gli analisti di Raymond James hanno emesso uno 'strong buy' su Richemont, promuovendo la volontà del gruppo di accelerare lo sviluppo digitale e l’e-commerce. Anche Kepler è positiva sul colosso elvetico che fa capo alla famiglia Rupert e così ha raccomandato di comprarne le azioni, anche alla luce del fatto che il takeover su Ynap alla fine impatta poco sugli utili. L’operazione annunciata oggi, unita al recente acquisto del 7,5% di Dufray da parte di Richemont, porterà un’uscita dalle casse del gruppo elvetico di un totale di circa 3 miliardi di euro, rendendo molto labile la speranza di un buyback sulle azioni o di dividendi speciali. Infine sono più cauti gli esperti di Berenberg, che hanno raccomandato ‘Hold’ su Richemont , pur apprezzando la moda che porterà a consolidare il player digitale del lusso.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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