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Jp Morgan, Amazon e Buffett alla rivoluzione del welfare

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Jp Morgan, Amazon e Buffett alla rivoluzione del welfare

Jeff Bezos,  Jamie Dimon e Warren Buffet
Jeff Bezos, Jamie Dimon e Warren Buffet

Cosa fanno, assieme, un leader della nuova economia, una «corazzata» della vecchia e un protagonista assoluto della finanza? Affrontano uno dei problemi finora più intrattabili dell’economia e della società americana: la spirale dei costi della sanità. Con un’alleanza senza precedenti, Amazon, Berkshire Hathaway e JP Morgan hanno deciso di prendere di petto la sfida comune e risolvere da soli il problema. I tre marchi della Corporate America daranno vita a una società indipendente che avrà la missione esplicita di ridurre gli oneri assistenziali a carico dei dipendenti e migliorare i servizi.

Società non-profit
Sarà nei fatti una non-profit - «libera dalle restrizioni di generare utili», recita la promessa - guidata da executive prestati dal prestigioso triumvirato e dedicata anzitutto, stando ai primi dettagli trapelati, allo sviluppo e adozione di tecnologie in grado di aumentare la trasparenza e semplificare il labirinto dei servizi medici statunitensi. I dirigenti incaricati di far decollare l’insolita startup sono Todd Combs, grande gestore a Berskhire, Marvelle Sullivan Berchtold, managing director a JP Morgan e Beth Galetti, vicedirettore ad Amazon.

L’annuncio più colorito e a effetto è arrivato da Warren Buffett, l’87enne Oracolo di Omaha che tuttora comanda, oltre all’attenzione di Wall Street, un impero Berkshire che si estende dalle ferrovie alle assicurazioni e al largo consumo. «La crescita a dismisura dei costi della sanità è un affamato verme solitario all’interno dell’economia americana» ha denunciato. «Non ci poniamo questo problema avendo risposte pronte. Ma neppure lo accettiamo come inevitabile».

Spesa sanitaria lievitata
Le cifre gli danno ragione. Nel 2016, ultimi dati disponibili, la spesa medica americana è stata di 3.300 miliardi, ancora in aumento del 4,3% e pari al 18% dell’economia nonostante i tentativi della riforma sanitaria nazionale Obamacare sia di ampliare il numero degli assistiti - riuscito, con oltre 20 milioni di neoassicurati - che di contenere l’escalation dei prezzi - obiettivo al contrario elusivo. Questo mentre il rapporto costi-esiti nell’intero sistema sanitario del Paese, al di là di singole eccellenze, resta da tempo in coda alle classifiche dei paesi avanzati.

Tre pesi massimi
L’iniziativa dei tycoon statunitensi - accanto a Buffett, Jeff Bezos di Amazon e Jamie Dimon di JP Morgan - è agli stadi iniziali, con una sede della nuova società tuttora da scegliere. Ma per influenza, credibilità e dimensioni stesse dei gruppi protagonisti - tra di loro vantano centinaia di migliaia di dipendenti (1,2 milioni su scala globale) - potrebbe davvero portare in dote una rivoluzione nel settore. JP Morgan, come parte d’un investimento domestico da venti miliardi da poco svelato, aveva già indicato di voler rafforzare la copertura sanitaria dei dipendenti meno pagati. Buffett ha ripetutamente messo in croce gli eccessi nei prezzi dell’assistenza. E Amazon ha previsto di fare il suo ingresso nel comparto sanitario, come in passato nelle librerie, nell’elettronica e nei supermercati, mettendo in subbuglio eserciti di fornitori e distributori di medicinali. Proprio sotto la pressione di vecchi e nuovi concorrenti lungo una frontiera oggi in rapido movimento, il re delle grandi farmacie Cvs è reduce dell’acquisizione dell’assicuratore Aetna per 68 miliardi di dollari e l’ultimo anno ha visto un’ondata di merger tra ospedali o sistemi assistenziali, aumentati del 13% ad un totale di 115.

L’ultima sfida di Bezos
Bezos stesso, nonostante sia abituato a missioni inedite, ha riconosciuto che la sfida questa volta è significativa anche per i tre giganti scesi in campo. «Il sistema sanitario è complesso e siamo coscienti del grado di difficoltà». Ha però aggiunto che «per quanto arduo, la riduzione del peso della sanità sull’economia e il rafforzamento dei risultati a favore dei lavoratori e delle loro famiglie è un impegno che vale la pena di assumersi». Almeno gli investitori hanno subito subito credito a Bezos, Buffett e Dimon: i titoli in Borsa di catene di drugstore e assicuratori hanno battuto in ritirata.

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