Continua il sell-off sui titoli di stato americani, con i rendimenti decennali che si portano ai massimi in quattro anni . Pesano i timori di un aumento dell'inflazione negli Stati Uniti, alimentati dalle Federal Reserve, che durante l’ultima riunione del Fomc, il suo comitato monetario, ha anticipato un balzo dei prezzi nel corso dell’anno. Pesano anche i dati contenuti nell’ultimo rapporto sull’occupazione americana in gennaio: il solido incremento dei salari, che hanno registrato la crescita annuale maggiore da giugno 2009, è indicazione del fatto che il mercato del lavoro potrà aumentare le pressioni inflative.
Un aumento dell’inflazione non solo erode il valore dei titoli di stato in circolazione, ma potrebbe portare la Banca centrale americana a stringere la cinghia più del previsto. Il mercato si sta convincendo che la Fed potrà alzare i tassi quattro volte nel 2018 e non solo tre come indicato dall’istituto stesso lo scorso dicembre, ossia l'ultima volta che ha fornito le sue stime (quelle nuove arriveranno a marzo). Stando ai future sui Fed Funds, usati dai trader per scommettere sul corso dei tassi di interesse, c'è una probabilità del 27% che il costo del denaro sia alzato almeno quattro volte nell'anno in corso, contro il 24% di prima della diffusione del rapporto sull'occupazione e contro l'11% di inizio anno.
Questo spiega perché gli investitori si stiano sbarazzando dei titoli di stato americani, che si apprestano ad archiviare la quinta settimana di fila con prezzi in calo. Ad alimentare le vendite sono anche l’indebolimento del dollaro, la crescita dei costi delle importazioni e l’aumento dei prezzi delle materie prime, come il petrolio. I rendimenti decennali, benchmark del settore e che si muovono inversamente ai prezzi, tornano sopra il 2,8% e appunto ai massimi in quattro anni. A fine 2017 il dato si attestava al 2,409%, non lontano dal 2,446% di fine 2016. In entrambi gli anni gli analisti avevano previsto il raggiungimento del 3%, che ora sembra a portata di mano. «Le pressioni sono molte, sicuramente stiamo andando verso il 3%, la domanda è solo quando la soglia sarà raggiunta», ha detto Gary Pollack, responsabile degli investimenti nel reddito fisso di Deutsche Bank Private Wealth Management. In aumento anche i rendimenti delle altre scadenze, in particolare quelli a due, cinque e trent’anni, che si attestano sopra il 3%.
(Il Sole 24Ore Radiocor Plus)
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