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Vedi altroJefferies si è sfilata dal consorzio di garanzia dell'aumento di capitale da 700 milioni di euro del Credito Valtellinese (Creval) per il quale aveva inizialmente sottoscritto un accordo di pre-underwriting in qualità di senior joint bookrunner. Lo hanno dichiarato a Reuters alcune fonti vicine alla situazione, ricordando che dopo le pre-garanzie, la costituzione definitiva del consorzio, con le firme dell'accordo, è attesa oggi dopo il via libera del Cda dell'istituto valtellinese al prezzo della ricapitalizzazione.
Nelle ultime settimane il consorzio guidato da Mediobanca ha visto l'ingresso di diverse banche internazionali, comprendendo Banco Santander, Barclays, Citigroup e Crédit Suisse (in qualità di co-global coordinator e joint bookrunner), Commerzbank e Société Générale (in qualità di senior joint bookrunners), Banca Akros, Equita Sim e Keefe, Bruyette & Woods (joint bookrunners) e MainFirst (co-lead manager). Il lancio dell'aumento, dopo l'approvazione del prospetto da parte della Consob, è previsto per lunedì prossimo, come nelle attese. «Tutto procede come da tabella di marcia», ha commentato una fonte. Il titolo Creval ha accusato pesanti perdite in mattinata, superiori al 6%, poi rientrate in chiusura al 4,3 per cento.
Gli ultimi tasselli saranno dunque messi oggi, nel corso del Cda straordinario che dovrà dare il timbro finale e fissare il prezzo delle azioni di nuova emissione. Ma la cosa che conta è che l’aumento di capitale da 700 milioni del Creval si farà e partirà secondo la timeline prevista, con il via fissato per lunedì prossimo 19 febbraio. Insomma, non si prospetta alcuno slittamento a dopo le elezioni del 4 marzo, come ipotizzato da qualcuno sul mercato alla luce delle incertezze dei listini. Anche perché i riscontri avuti dal management della banca nel corso del road show tenuto in questi giorni tra Europa e Stati Uniti (ieri ci sono stati gli ultimi incontri a New York da parte del management) sarebbero stati positivi.
I riscontri del mercato
Il piano industriale che fa perno sulla ricapitalizzazione avrebbe trovato consensi, e per quanto ritenuto ambizioso e sfidante, sarebbe stato ritenuto credibile. Per questo dagli investitori sarebbero arrivate sufficienti conferme rispetto al buon esito della ricapitalizzazione. Il titolo, pur in una fase di mercato non facile e dopo la pesante débacle dello scorso anno post-annuncio, nell’ultimo mese ha mostrato una relativa tenuta, facendo registrare un calo del 3% contro il -6% del FTSE MIB.
Resta il fatto che a interrogare la platea dei potenziali investitori, come ovvio, sia la dimensione del capitale richiesto. I 700 milioni di euro che la banca valtellinese punta a raccogliere sul mercato valgono 6 volte l’attuale capitalizzazione di borsa, pari a 110 milioni circa. Per l’istituto lombardo si prospetta dunque un’operazione iper-diluitiva. I cui effetti si vedranno inevitabilmente sulle condizioni proposte dal consorzio della banche d’affari capitanato da Mediobanca e che comprende anche Santander, Barclays, Citigroup, Crédit Suisse, Commerzbank, Société Générale, Akros, Equita e Keefe, Bruyette & Woods e MainFirst. Il gruppo di banche di investimento, dopo aver sottoscritto l’accordo di pre-garanzia, ieri stava ultimando le sue valutazioni e oggi, dopo il via libera del Cda, firmerà l’accordo di garanzia. Cosicché il prospetto possa essere approvato da Consob - come atteso - entro la settimana. Tutto, come normale in questi casi, si giocherà sul filo dei numeri.
Operazione iper-diluitiva
A quanto filtra da fonti del consorzio, la valutazione che gli investitori ritengono “corretta” è di una banca con un prezzo di 0,4 volte circa il patrimonio tangibile. Solo così ci sarebbe il giusto upside, soprattutto in vista del futuro consolidamento. Da qua la possibilità di uno sconto sul Terp che si limiterebbe attorno al 15%, mentre l’impatto ci sarebbe sulle azioni di nuova emissione per cui si prospetta un prezzo rasoterra, così da renderne appetibile la sottoscrizione.
L’operazione del Credito Valtellinese arriva a distanza di qualche settimana da quella chiusa tra novembre e dicembre da Carige, che aveva lanciato un rafforzamento da 560 milioni a un centesimo. Come in quell’occasione, anche nel caso del Creval si potrebbe assistere all’intervento di alcuni investitori nella fase di eventuale inoptato. Tra questi, ci potrebbero essere Fonspa e Algebris, che sono a loro volta al lavoro sul dossier degli Npl.
La pulizia di bilancio
Del resto, la ricapitalizzazione sarà essenziale per finanziare la pulizia del bilancio. L’istituto guidato dal dg Mauro Selvetti ha messo in rampa di lancio la cessione di 2,2 miliardi di euro di crediti deteriorati. Di questi, 1,6 miliardi di euro saranno dismessi tramite una cartolarizzazione da realizzare nel 2018 che prevede una tranche senior garantita dalla Gacs, e il cui prezzo è atteso attorno al 30-35%. A questo si aggiunge la cessione nel secondo semestre di circa 500-600 milioni di sofferenze a operatori specializzati, per un prezzo atteso di 20-25% del nominale. Tra il 2019 e il 2020 infine è prevista un’ulteriore dismissione di un single ticket da 80 milioni (Utp e sofferenza).
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