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Guerra dei chip, Broadcom riduce la sua offerta ostile su Qualcomm

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hi-tech e finanza

Guerra dei chip, Broadcom riduce la sua offerta ostile su Qualcomm

Continua il tira e molla tra Broadcom e Qualcomm per conquistare il mercato dei microchip. Broadcom ha ridotto la sua offerta ostile da 130 miliardi di dollari su Qualcomm da 82 dollari a 79 dollari ad azione. In calo di tre dollari per azione dalla sua «migliore e definitiva» offerta sottoposta lo scorso mese per tentare di conquistare il colosso dei microchip Usa. Che equivalgono a 8 miliardi di dollari in meno. La decisione arriva dopo che ieri Qualcomm, a sua volta, aveva annunciato di aver alzato la sua proposta di acquisto del produttore olandese di microprocessori NXP Semiconductors da 110 dollari a 127 dollari ad azione, pari a 44 miliardi di dollari.

NXP è una società all’avanguardia nella produzione di chip per automotive e Internet of things. Per Qualcomm sarebbe una diversificazione dal business degli smartphone, con tutti gli incagli legali del caso, e un rafforzamento notevole della sua potenza di fuoco considerando il frenetico sviluppo in corso nel settore automotive sulla guida autonoma.

Broadcom, dopo la maggiore offerta avanzata verso la società olandese, ha abbassato il prezzo per Qualcomm. Come dire: avete deciso di sborsare di più per questa società e la nostra offerta è stata ritoccata per i maggiori costi che dovrete affrontare per il deal con NXP e anche per il «traferimento di valore» agli azionisti di Qualcomm. Ignorando però il fatto che il mercato azionario ha trasferito più valore di quanto previsto sulle azioni NXP nella prospettiva del deal americano, dal momento dell’annuncio.

Broadcom nei mesi scorsi ha rispostato la sua sede legale da Singapore negli Stati Uniti, seguendo l’indirizzo della politica economica di Trump “America First”. Sperando di aggraziarsi così i favori dell’amministrazione per una buona riuscita dell’operazione di concentrazione tra due big company americane. La società che ora chiede uno sconto, ha però anche fatto sapere di essere pronta a modificare la sua offerta se Qualcomm non dovesse riuscire a portare a termine l’acquisto di NXP Semiconductors.

Il 16 febbraio scorso il consiglio di amministrazione di Qualcomm aveva dichiarato all’unanimità che la proposta di 82 dollari per titolo fatta dal rivale «sottovaluta notevolmente» l’azienda, ma si era detta disponibile a ulteriori negoziati.

Dalla fusione di Broadcom e Qualcomm, includendo NXP, nascerebbe un colosso mondiale dei microchip con un fatturato di circa 51 miliardi di dollari annui e un Ebitda di circa 23 miliardi. Al momento le due società sono quasi sullo stesso piano in termini di risultati economici e di business.

Broadcom ha una capitalizzazione di Borsa di 102,1 miliardi di dollari. Nell’ultimo anno fiscale ha riportato ricavi per oltre 17 miliardi di dollari (+33% di crescita anno su anno), un Ebitda di 7,5 miliardi e un margine operativo del 19,2%. Due giganti simili. Qualcomm ha una market cap di 93,8 miliardi di dollari. Nell’ultimo anno fiscale (settembre 2017) ha registrato un fatturato di 22,3 miliardi di dollari (-6%), con 7,2 miliardi di Ebitda e un crollo dei profitti del 57%, a 2,5 miliardi.

L’offerta ostile di Broadcom arriva in una fase difficile per Qualcomm: l'azienda sta cercando di completare lèacquisizione, decisa nell'ottobre 2016, di NXP Semiconductors. Ma ha un andamento deludente. Diversi analisti evidenziano il fatto che la società hi-tech passa più tempo nelle aule di tribunale, piuttosto che nei lab e nelle factory dove dovrebbe costruire il suo futuro. E’ alle prese con una lunga e costosa battaglia legale con Apple sulle licenze. Apple che nel frattempo sta già costruendo i suoi iPhone e iPad senza i chip dello storico fornitore, ma li prende ormai da Intel. Qualcomm inoltre ha dovuto affrontare contenziosi legali con le autorità Antitrust di Sud Corea e Taiwan per aver violato le regole sulla concorrenza.

Non è detto però che Broadcom riesca ad avere la meglio alla fine, alla luce anche di questo ritocco al ribasso della sua offerta di acquisto di Qualcomm. Certo, potrebbe pesare nel favorire la merger a suo favore, il fatto che Broadcom abbia deciso di affrontare una delocalizzazione al contrario seguendo gli auspici di Trump e di tornare a casa, back in the Usa. Il 6 marzo l’assemblea degli azionisti di Qualcomm è chiamata a votare la proposta di Broadcom “con lo sconto”. La guerra tutta americana per creare una concentrazione nel settore dei microchip va avanti.

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