Un terremoto dall’altro lato del pianeta rischia di accendere i prezzi del gas naturale liquefatto, in un periodo in cui il mercato sta già entrando in tensione a causa del freddo intenso.
ExxonMobil ha fermato completamente gli impianti di Png Lng, a Papua Nuova Guinea, considerato uno delle fonti più stabili e affidabili di approvvigionamento, responsabile di circa il 3% delle forniture globali di Gnl.
Il piccolo Stato dell’Oceania è stato colpito lunedì da un sisma di magnitudo 7,5 che ha provocato almeno una ventina di vittime diverse forti scosse di assestamento si sono ripetute nel corso della giornata di ieri, inducendo Exxon e il socio Oil Search alla sospensione completa delle attività.
La miniera d’oro Porgera di Barrick Gold e quella di oro e rame Star Mountains di Ok Tedi hanno riportato danni alle infrastrutture, che sono ancora in corso di valutazione.
Png Lng, progetto da 19 miliardi di dollari entrato in produzione nel 2014, l’anno scorso ha esportato 7,8 milioni di tonnellate di gas liquefatto, con l’obiettivo di salire quest’anno a 8,5 milioni.
I maggiori acquirenti, per ragioni geografiche, si trovano in Asia e in particolare in Cina, dove i consumi di Gnl sono cresciuti enormemente per effetto dei piani antismog, che hanno limitato l’impiego di carbone: a gennaio Pechino ha registrato un nuovo record di importazioni, con 5,2 milioni di tonnellate (+51% rispetto a un anno prima).
Reperire forniture alternative in Asia non dovrebbe risultare difficile. Ma se l’export da Papua restasse bloccato a lungo, potrebbe esserci una corsa al rialzo dei prezzi , con ricadute anche in Europa: in un mercato efficiente – com’è ormai a livello globale quello del Gnl – i carichi si dirigono dove vengono pagati meglio.
L’ondata di gelo che sta attraversando il Vecchio continente ha già messo in tensione i nostri mercati del gas. In Italia il ministero dello Sviluppo economico è tornato a dichiarare lo stato di preallarme, legato agli «eventi climatici sfavorevoli di eccezionale ampiezza geografica» e alla ridotta capacità di importazione dal Nord Europa.
Le manutenzioni sul gasdotto Tenp, che entra in Italia a Passo Gries, già lo scorso dicembre avevano messo in difficoltà il nostro sistema di approvvigionamenti. Inoltre l’Olanda sta imponendo limiti sempre più stringenti alla produzione del giacimento di Groningen.
Al Punto di scambio virtuale (Psv) le quotazioni day-ahead del gas si sono impennate fino a superare 45 euro per Megawattora venerdì scorso, con ripercussioni anche sul prezzo dell’elettricità (il Pun ha superato 100 €/MWh). Per soddisfare il maggiore fabbisogno di gas è entrato in funzione anche l’Olt, il rigassificatore offshore di Livorno.
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