Da poche ore Samsung Pay ha silenziosamente debuttato in Italia: chi ha uno smartphone della casa coreana acquistato negli ultimi due anni - serie S, Note e A - può registrarsi al servizio, che però resta in beta e dunque ha qualche limite. Da fine marzo, con il lancio ufficiale, funzionerà nella sua versione completa. Permette di effettuare pagamenti senza tirare fuori dalla tasca il portafoglio: basta passare il telefono sul lettore Pos. Questo non prima di aver agganciato la propria carta di credito al portafoglio elettronico attraverso una registrazione da fare sulla app Samsung Pay, da scaricare sul Google Play Store.
Sono diverse le soluzioni già disponibili per i pagamenti mobili, da SatisPay ad Apple Pay, ma qui a fare le differenza sono due aspetti: Samsung sfrutta una duplice tecnologia, ovvero Mst e Nfc, con il risultato di essere utilizzabile praticamente su ogni terminale. Questo perché in Italia ci sono circa 1,4 milioni di Pos contactless (ovvero per Nfc, tecnologia di Apple Pay) su 2,2 milioni di Pos complessivi, dove arriva invece Mst (dati Osservatorio Mobile payment and commerce del Politecnico di Milano).
Poi c’è il numero di partner: «Abbiamo a bordo quasi il 60% delle carte di credito esistenti in Italia – spiega al Sole 24 Ore Carlo Barlocco, presidente di Samsung Italia, a margine del Mobile World Congress che si chiude oggi a Barcellona -. E abbiamo le principali banche, a partire da Intesa Sanpaolo e Unicredit». Spicca Intesa Sanpaolo, che ancora non è disponibile su Apple Pay nonostante il dialogo con l’azienda di Cupertino sia in corso da mesi, visto che il servizio è arrivato in Italia a maggio. A rendere più complicato l’esito positivo delle trattative, come avvenuto in altri Paesi, è il fatto che Apple chieda una percentuale per ogni transazione.
E Samsung? «Non chiediamo una percentuale, non lo facciamo mai quando si parla di servizi. Ci concentriamo sul servizio all’utente senza generare fatturato» risponde Barlocco. Oltre ai due istituti principali Samsung ad oggi ha stretto accordi con Banca Mediolanum, Nexi, Bnl, CheBanca, Hello bank.
L’azienda coreana ha lanciato a Barcellona il Galaxy S9, il suo nuovo top di gamma che resta simile nell’aspetto ma si rinnova «dentro», a partire dalla fotocamera, e che sarà in vendita dal 16 marzo. «Diamo più importanza al contenuto, dal software per la fotocamera, che cambia il modo di comunicare, al rinnovato sistema di sicurezza, il Knox. In particolare portiamo un miglioramento nel riconoscimento dell’impronta digitale per i pagamenti», continua Barlocco. Il prezzo, dagli 899 ai 999 euro, si colloca nella parte più alta della categoria. «Quella sopra i 600 euro è di gran lunga la nostra fascia di prezzo più importante, vale circa il 60% del fatturato che facciamo con gli smartphone in Italia. Stiamo assistendo a una polarizzazione del mercato: il consumatore preferisce un prodotto di punta oppure sceglie di stare nella fascia di prezzo tra i 200 e i 349 euro».
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