Dopo il nuovo crollo di ieri (-4,9%), le azioni Facebook si avviano a chiudere il peggior mese borsistico da quasi cinque anni. Travolti dallo scandalo dei Cambridge Analytica, in appena otto giorni di contrattazioni i titoli hanno perso quasi un quarto del loro valore (-22%), bruciando oltre 100 miliardi di dollari di capitalizzazione. E adesso? Cosa potrà accadere nelle prossime settimane al titolo? È il momento di acquistare le azioni del social a prezzi stracciati o restarne alla larga? Gli analisti finanziari internazionali non hanno dubbi: comprate. A mani basse.
Nove analisti su dieci continuano a consigliare di acquistare Facebook, stando ai dati FactSet raccolti su un panel di ben 45 professionisti specializzati proprio nel titolo del social più famoso del mondo. Per loro è un acquisto più conveniente di Apple, Microsoft o Google (Alphabet). E lo scandalo Cambridge Analytica? L’ondata di sdegno collettivo e la corsa a cancellare il proprio account da parte di vip come Elon Musk? L’inchiesta Antitrust? La stretta regolatoria in arrivo? Le probabili sanzioni? Zuckerberg che testimonierà davanti al Congresso? Nulla: nelle grandi banche d’investimento mondiali quasi tutti i grandi solisti hanno accordato i loro strumenti in una sinfonia di “buy” (comprare), “overweight” (sovrapesare), “outperform” (sovraperformerà il mercato) e “buy the dip” (compra il crollo, ossia entra ora che i prezzi sono a sconto).
Nel lungo periodo nulla di sconvolgente accadrà al social di Menlo Park, riflettono gli esperti, o almeno nulla di più terribile di quanto già prezzato dagli eccessi del mercato. Come spiega Ken Sena di Wells Fargo, di sicuro arriveranno sanzioni ma non è credibile uno scenario con impatti legali o di business delle dimensioni di oltre 100 miliardi di dollari (il valore delle azioni Facebook bruciato in Borsa) per un social con due miliardi di iscritti, che ha chiuso l’ultima trimestrale con un utile operativo in aumento del 61% a 7,35 miliardi di dollari.
«Crediamo che Facebook rappresenti una buona opportunità di acquisto su un orizzonte temporale di medio-lungo periodo - spiega al Sole 24 Ore Angelo Meda, responsabile azionario di Banor Sim - : il titolo presenta ottime prospettive, basti pensare alla crescita inarrestabile degli investimenti pubblicitari sui social e sul digitale in generale, un trend che non vede rallentamento». In generale c’è sempre un tema che catalizza le paure sui mercati, ragiona Meda: a gennaio era la contesa nucleare in Corea del Nord, a febbraio il timore del rialzo dei tassi della Fed, a inizio marzo la possibile guerra sui dazi e adesso appunto Facebook. «Ma i mercati hanno la memoria corta e ben presto torneranno a premiare la crescita dell’azienda», conclude il responsabile azionario di Banor Sim.
Alla faccia dello scandalo Cambridge, il prezzo obiettivo di Facebook svetta quindi alla stratosferica quota di oltre 220 dollari, dice il consensus degli analisti finanziari specializzati nel seguire la società di Zuckerberg. Rispetto ai prezzi attuali è un buon 45% in più: il miglior affare tra i colossi del digitale statunitensi, che comunque - trascinati in basso proprio dalle vendite sul social californiano - sono improvvisamente diventati un affare .
Se infatti calcoliamo la differenza tra il prezzo attuale e il prezzo obiettivo del consensus di analisti, oltre a Facebook che traina il gruppo (+45%) troviamo ottime prospettive anche per Google (+27,6%), Microsoft (+17%), Apple (+14,1%) e Amazon (+13,6%). Sarebbero destinati a scendere solo Twitter (-0,9%), Snap (-4,5%) e Netflix (-7,4%). Tra qualche mese vedremo se le banche d’investimento hanno avuto ragione.
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