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Sky-Mediaset al test authority. Mediapro rinvia su diritti tv Serie A

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Sky-Mediaset al test authority. Mediapro rinvia su diritti tv Serie A

Parlare di Big Bang per la tv italiana a questo punto può non apparire come un azzardo. Anche andando per sommi capi, l’accordo annunciato venerdì sera dagli “eterni duellanti” Sky e Mediaset pone sul tavolo elementi in cui è facile vedere la miccia per un cambiamento radicale nel panorama televisivo di casa nostra. Innanzitutto c’è una Sky che si propone anche sul digitale terrestre con una sua offerta a pagamento – differente rispetto al satellite – erigendosi a soggetto forte (e chissà se in futuro unico) nel panorama della pay tv italiana.

Poi c’è una Mediaset che finisce per concentrarsi sul suo core business della tv in chiaro lasciandosi la porta aperta anche per un’uscita in toto dal business pay.

Terzo importante elemento: il primo vero ingresso sulla scena di tipologie di offerta multipiattaforma, con una Sky in particolare che si posiziona così per contrastare gli effetti del cord-cutting con cui i vari Netflix o Amazon stanno turbando i sonni delle pay tv tradizionali. Un game changer, insomma, che inevitabilmente suscita interrogativi su impatti e portata. «Analizzeremo (e valuteremo) ciò che viene definito come “accordo”» ha scritto su Twitter il commissario Agcom, Antonio Nicita.

Anche gli spagnoli di Mediapro – proprio in considerazione dell’intesa fra i due principali “clienti” dei diritti della Serie A di cui sono da poco diventati titolari – hanno deciso di prendere tempo per la pubblicazione dei pacchetti da sottoporre agli operatori. Secondo quanto riportato dall’Ansa sarebbero intenzionati ad attendere una voce dell’Antitrust sull’accordo fra le due società, oltreché a incontrare di nuovo gli operatori.

A taccuini chiusi sono in tanti che nei propri commenti rimandano all’Antitrust in queste ore, per capire l’orientamente rispetto a un matrimonio che, va detto, stando a quanto dichiarato è per ora solo commerciale. Dunque, seppur scontato che l’Antitrust come anche Agcom possano chiedere dettagli su un’operazione del genere, nell’impianto dell’accordo fra Sky e Mediaset una valutazione dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato è da dare per inevitabile solo nel caso in cui si verificasse una particolare condizione fra quelle previste: la creazione di una newco con all’interno la parte tecnica e commerciale di Premium. Se Mediaset infatti decidesse – in una finestra fra novembre e dicembre – di scorporare la piattaforma tecnologica mantenendo per sé schede e abbonati (conditio sine qua non per evitare il no dell’Antitrust), l’operazione, nella quale Sky sarebbe tenuta a comprare, verrebbe sottoposta ad Agcom e Antitrust per la necessaria approvazione.

SKY E MEDIASET, DUE BIG A CONFRONTO
Indicatori economici delle due società. Dati in milioni di euro Note: * dati relativi agli ultimi 12 mesi in base all'ultimo bilancio pubblicato; ** da inizio anno (Fonte: S&P Market Intelligence)

Richieste di chiarimenti sono intanto arrivate anche dal fronte sindacale. «Sarà quantomai indispensabile – dice il segretario nazionale della Uilcom Uil, che si occupa del settore emittenza radio tv, Pier Paolo Mischi – incontrare le aziende per avere una visione di dettaglio e di scenario futuro sia sui perimetri del gruppo Mediaset sia sul versante Sky Italia».

Lato Mediaset, è evidente che Premium esce da quest’accordo ridimensionata. Ma del resto nel Piano “Mediaset 2020” presentato a inizio 2017 a Londra l’idea di una piattaforma pay aperta ai contenuti di altri operatori e che operasse in chiave opportunistica, anche sul calcio, era emersa con chiarezza. Ora per Mediaset l’opportunità immediata, già da maggio, è di valorizzare propri canali “Premium” – 5 di cinema e 4 di serie Tv – che andranno ad aggiungersi all’offerta per gli abbonati Sky. L’accordo spiana la strada anche al rientro di Canale 5, Rete 4 e Italia 1 sulla piattaforma Sky, da cui erano usciti a settembre 2015 per una querelle su diritti di “ritrasmissione” chiesti da Mediaset, ma rifiutati dalla tv di Murdoch. Tutto a vantaggio di audience e, di conseguenza, delle entrate pubblicitarie per il Biscione. L’abbonato a Premium avrà poi a disposizione due canali “vetrina” della pay di casa Murdoch.

Sul versante Sky, dall’1 giugno la media company creerà un suo bouquet a pagamento sul Dtt con quattro canali (Sky Uno, Fox, Nat Geo e un altro da definire) più i 9 canali Premium che andranno anche sul satellite. A questo pacchetto base si potrà aggiungere un’offerta sportiva ad hoc. Il tutto con alle spalle gli accordi con Open Fiber (per un’offerta ad hoc sulla fibra) e con Netflix (per un pacchetto comune) validi dal 2019.

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