Si apre una “nuova era” per Deutsche bank. Così è stata annunciata ieri notte, poco dopo le 23:00, la nomina di Christian Sewing ad amministratore delegato del primo gruppo bancario tedesco con “effetto immediato” al posto dell'inglese John Cryan. Sewing, tedesco, che tra qualche giorno compirà 48 anni, è il più giovane ad nei 150 anni di storia di Db. L'annuncio mette fine a settimane di indiscrezioni sull'uscita imminente del ceo ma apre nuovi interrogativi sul futuro della banca: resta da capire ora fino a che punto verrà confermata la missione globale di investment bank e quanto invece verrà rafforzata la presenza capillare sul territorio in Germania e in Europa continentale.
Sewing lascia la co-direzione del ramo di banca commerciale, banca privata e wealth management che continuerà ad essere guidata dall'attuale co-responsabile Frank Strauß. Potrebbe essere proprio questo ultimo incarico di Sewing, rivolto soprattutto alla clientela retail e alle Pmi, a dare un primo segnale nella direzione della “nuova era” della banca, reduce da tre anni di conti in rosso e una catena di maxi-risarcimenti e supermulte negli Usa e nel Regno Unito che hanno affossato la fiducia di clienti, stakeholders e azionisti.
Quattro figli, Sewing è entrato in Deutsche bank nel 1989 come praticante in una filiale a Bielefeld. È un volto noto e molto stimato nella banca, di lui si riconosce la “pazienza e la perseveranza” e la capacità di avere visione e saper trovare il compromesso. Il presidente del consiglio di sorveglianza Paul Achleitner ha detto ieri di lui, al termine del consiglio di sorveglianza durato fino a notte inoltrata, «che nei suoi 25 anni in Db ha dato prova di essere un leader forte e disciplinato» e si è detto convinto «che avrà successo, con il suo tema, a guidare la banca in una nuova era».
La lettera di Sewing ai dipendenti
Molto è stato fatto per ripulire Deutsche bank e rafforzarla patrimonialmente ma molto ancora resta da fare con uno “spirito battagliero e lavoro di squadra”: tornare al segno più e fare utili, contenere assolutamente i costi, snellire i processi interni, offrire soluzioni ai clienti e non prodotti e “uscire da quelle aree dell'investment banking dove non si è raggiunta un'adeguata redditività”. Sono questi gli obiettivi per il futuro delineati già stamattina da Sewing, a poche ore dal suo insediamento alla guida di un colosso bancario che ha i conti in rosso da tre anni e il cui il titolo in Borsa ha perso il 25% nell'ultimo anno e il 60% in tre anni. Il titolo stamattina è salito del 4%, tra le migliori blue chip del Dax, uno sprint che non si vedeva da tempo ma che Sewing dovrà riuscire a consolidare. In una lettera pubblica ai dipendenti, Sewing ha ripreso la tradizione di questo dialogo aperto del ceo con il messaggio ai dipendenti (98mila) e con gli azionisti e stakeholders come ha già fatto più volte il suo precedessore John Cryan. La sua nomina è stata interpretata come un passo indietro dall'investment banking su scala globale e un passo nella direzione del ritorno alla base, alle radici, alla clientela privata e corporate tedesca prima di tutto e poi in Europa continentale. Il suo messaggio parla infatti di conferma dei tagli ai costi e di un riesame della strategia dell'investment banking con l'obiettivo di tagliare i rami non redditizi. E di maggiore attenzione alla clientela, dove Sewing prima di tutto ha menzionato DWS (la società di gestione con 700miliardi in asset management che ha messo a segno una IPO di successo lo scorso mese) e la fase finale del processo di integrazione con Postbank.
Sewing, che conosce come le sue tasche DB avendoci lavorato circa trent'anni, deve prima di tutto motivare i dipendenti della banca, sotto pressione negli ultimi anni ma entrata in una turbolenza fin dal 2008 e dalla quale non riesce a uscire. Ma dovrà poi motivare anche il mercato a tornare a investire nei titoli DB.
Un altro cambiamento al vertice annunciato ieri, che era atteso, è stato quello di Marcus Schenck, attuale co-responsabile del ramo banca d'investimento, che si dimetterà dopo l'assemblea annuale il 24 maggio. Resterà come unico responsabile dell' investment banking Garth Ritchie. Sono stati nominati nel management board, che gestisce la banca, anche Garth Ritchie e Karl von Rohr come nuovi presidenti.
All'uscente John Cryan, definito il “Brit che ama Londra e non Francoforte” ma al quale viene riconosciuto il merito di aver chiuso la difficile partita dei contenzioni e di aver ridotto i rischi della banca, è stato preferito infine un ceo “che parla tedesco”. E che potrebbe rifocalizzare il business della banca sul territorio nazionale ed europeo. In un'intervista ad Handelsblatt, un anno fa, Sewing aveva detto che il fatturato in Germania lo si faceva soprattutto con retail e corporate, il suo settore. E anche il settore dove Deutsche bank ha fatto bene in Italia - suo primo mercato dopo quello in Germania- con oltre 2,2 milioni di clienti retail e oltre 65.000 imprese clienti. In Italia Db, con circa 4000 dipendenti e oltre 300 sportelli, svolge per l'appunto attività di banca tradizionale, focalizzata su Pmi e famiglie, in particolare nel supporto alle esportazioni per le Pmi (grazie al network globale), risparmio gestito e credito al consumo.
Cryan aveva avviato un programma di 9mila tagli di cui 4mila in Germania: resta da vedere se questo piano verrà ora confermato. Sewing ha comunque lavorato per Db a Londra, nel risk management, e poi a Singapore, Tokyo e Toronto e anche la sua vasta esperienza internazionale contribuirà a modellarne la guida, facendo uscire - questa la scommessa - dalla turbolenza questo colosso bancario con 98mila dipendenti e sedi in 60 paesi.
© Riproduzione riservata