Il gruppo Volkswagen preme sull'acceleratore e punta alla velocità di reazione con un nuova organizzazione ai vertici e un nuovo processo decisionale, strategico e di sviluppo per affrontare la “nuova era” dell'industria automobilistica dettata da un “dinamismo” estremo e dalla elettrificazione delle auto, l'e-mobilità, e la necessità di pesanti investimenti in IT in futuro: è questa la chiave della ristrutturazione di VW spiegata questa mattina in una conferenza stampa dal nuovo ceo Herbert Diess e dal presidente del consiglio di sorveglianza Hans Dieter Pötsch.
Il titolo VW alla Borsa di Francoforte, il più trattato, ha reagito alla conferenza stampa senza entusiasmo, con un -0,44% nonostante il Dax positivo, pur avendo messo a segno nell'ultima settimana, segnata dalle voci di uscita dell'ex-ad Matthias Müller, un'ottima performance. In quanto al Dieselgate, sebbene non sia ancora concluso del tutto perché alcuni casi restano ancora in sospeso, la VW si considera in via uscita da “una delle più grandi crisi nella storia della nostra azienda” e si compiace di esserne fuori senza le ossa rotte ma al contrario “in forma migliore”: e questo, è stato ribadito con vigore stamattina, è stato confermato dal una nuova compliance, una nuova “cultura societaria” e dai numeri. Nonostante il Dieselgate, gli ultimi due anni sono stati tra i migliori nella storia di VW e il 2017 è stato da record con utili, fatturato e 10,7 milioni di veicoli venduti senza precedenti che confermano la leadership mondiale. I ricavi hanno toccato il record a 230,7 miliardi di euro, +6,2% rispetto al 2016, il risultato operativo è salito a 13,8 miliardi di euro con un balzo del 94,5% sull'anno prima da 7,1 miliardi.
La ristrutturazione, spiegata in dettaglio alla conferenza stampa, si incentra sulla creazione di tre clusters per i marchi suddivisi in “Volume”, “Premium” e “Superpremium” e questo secondo Diess “consentirà al gruppo di accelerare i tempi di risposta in un contesto industriale che cambia molto rapidamente e di disegnare la mobilità del futuro”. In risposta a domande sulla composizione delle macroaree, i vertici hanno spiegato che Superpremium rappresenta la categoria delle auto di lusso, quelle per le quali i clienti “sono disposti a spendere mezzo milione o 1 milione di euro” per una vettura, e dunque i marchi per ora sono Porsche, Bentley, Bugatti ma in futuro potrebbe esserci anche la Lamborghini.
Sulla Cina, che in futuro non avrà una divisione a parte ma verrà gestita in base ai marchi e alle nuove divisioni dedicate a ricerca e sviluppo IT, vendite e produzione, Diess si è detto fiducioso: la VW ha già una quota del 13% del mercato. Alla domanda su possibili partnership con Toyota, il nuovo ceo ha detto che VW ha già molte partnership, per esempio nella componentistica, e non ne esclude altre soprattutto in settori in crescita come le auto con guida autonoma che richiedono enormi investimenti.
Sull'IPO di Truck&Bus, i tempi dell'operazione restano ancora da definire anche se è già tracciato il percorso della creazione di una società con sede legale a Monaco e non più plc ma sotto la legge tedesca, per poi arrivare alla legge europea.
La nomina del nuovo responsabile delle risorse umane, Gunnar Kilian, molto vicino ai sindacati e ai rappresentanti degli interessi dei lavoratori, è stata oggetto di domande pressanti per capire fino a che punto Kilian farà gli interessi del datore di lavoro. Hans Dieter Pötsch ha risposto che le alte competenze e la capacità di Kilian di guardare avanti e di affrontare il cambiamento è già agli atti. Stesso discorso per Matthias Müller, 44 in VW, al quale è stata riconosciuta pubblicamente la capacità di traghettare VW verso risultati di gran successo durante la crisi del Dieselgate. Resta tuttavia il sospetto che in VW non si muove foglia che il sindacato Volkswagen non voglia.
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