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Bolloré a sorpresa lascia la presidenza di Vivendi al figlio Yannick

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Bolloré a sorpresa lascia la presidenza di Vivendi al figlio Yannick

Vincent Bolloré e il figlio Yannick (Afp)
Vincent Bolloré e il figlio Yannick (Afp)

Il consiglio di sorveglianza di Vivendi ha nominato Yannick Bolloré nuovo presidente del board «all'unanimita'”. La decisione, ufficializzata da un comunicato, sancisce così il passaggio del testimone in Vivendi da parte di Vincent Bolloré al figlio trentottenne. È stato lo stesso finanziere bretone, «entrato nel suo 67esimo anno», come ricorda il comunicato, ad annunciare a sorpresa la decisione di lasciare la presidenza al figlio al termine dell'assemblea degli azionisti di Vivendi.

L’assise, che si è tenuta a Parigi con la presenza del 65,56% del capitale, «ha ampiamente approvato» tutte le 29 risoluzioni sottoposte al voto. Tra queste il pagamento di un dividendo di 0,45 euro per azione a titolo dell’esercizio 2017, in aumento del 12,5 per cento. Il consiglio di sorveglianza - precisa il comunicato - resta formato da 12 membri: sei uomini e sei donne, tra cui un rappresentante dei dipendenti e uno dei dipendenti-azionisti. Sei componenti sono indipendenti.

Annuncio a sorpresa
L'annuncio a sorpresa era stato dato dal patron di Vivendi al termine dell'assemblea annuale del gruppo francese. «È l'ultima assemblea che presiedo. Va lasciato spazio ai giovani. Proporrò al consiglio di sorveglianza la nomina di Yannick Bolloré alla presidenza del consiglio», ha detto Bolloré, dicendo di non voler fare come il re Luigi XIV che alla fine, avendo regnato 50 anni, aveva lasciato il regno al bis-nipote e non al figlio.

Vincent Bolloré, 66 anni, resta comunque alla guida dell'omonimo gruppo di famiglia, che è il principale azionista di Vivendi con il 23% del capitale e il 29,9% dei diritti di voto e che è presente anche in Mediobanca con una quota che sfiora l'8 per cento.

De Puyfontaine: Elliott vuole smantellare Tim
Nella sua qualità di primo azionista «Vivendi sta contribuendo al rilancio di Telecom Italia su grandi basi. Il piano 2018-2020, approvato all'unanimità, è una tappa importante per l'operatore per tornare ad essere un gruppo di primo piano e traduce una visione di industriale e di lungo termine». Lo ha sottolineato Arnaud de Puyfontaine, ad di Vivendi e presidente di Telecom, intervenendo all'assemblea degli azionisti del gruppo francese. De Puyfontaine ha ricordato l'arrivo di Amos Genish quale nuovo ceo di Tim e di una equipe manageriale internazionale. «Tim ha avuto un'eccellente performance nel 2017, in particolare nel quarto trimestre. Da inizio 2018 la sua performance in Borsa è superiore alla media», ha aggiunto l'ad, rilevando poi che «recentemente l'arrivo di un fondo attivista ha fatto colare fiumi d'inchiostro in Italia». Il fondo Elliott «contesta l'operato di Vivendi contro ogni realtà ed e partigiano di uno smantellamento del gruppo», ha indicato de Puyfontaine. «Vogliamo creare valore, vogliamo creare un campione italiano, a beneficio di tutti i soci e dell'Italia, in totale rispetto della governance. Roma non è stata costruita in un giorno. Noi abbiamo tempo e determinazione», ha concluso de Puyfontaine.

Sul Sole 24 Ore di oggi, Amos Genish, amministratore delegato di Tim, ha risposto così alla domanda su chi vincerà la sfida tra Vivendi ed Elliott: «Non è prevedibile - ha detto l’ad - quello che succederà all’assemblea del 24 aprile o a quella del 4 maggio. Posso però dire, avendo incontrato molti investitori, che se si votasse sul piano la stragrande maggioranza sarebbe a favore. Vivendi sostiene in pieno il piano e questo è quello che importa al management

De Puyfontaine: investiti 5 miliardi
«Penso che ogni governo sarebbe felice di avere un gruppo come Vivendi che investe più di 5 miliardi nel Paese - ha proseguito De Puyfontaine - Questo ha reso Vivendi il più grande investitore internazionale in Italia in questi ultimi due anni». Quindi, ha precisato, «le relazioni con il Governo sono buone e hanno tutti i motivi di esserlo visto l'investimento, l'apporto che abbiamo dato e il fatto che vogliamo promuovere un progetto che unisca sempre di piu' i nostri due Paesi». Secondo de Puyfontaine, «la costruzione europea è assolutamente essenziale, per diverse ragioni e soprattutto la capacità di poter preparare un avvenire per i due Paesi. Il rafforzamento dei legami puo' essere solo una cosa molto positiva».

Positivo l’ingresso di Cdp
«L'ingresso di Cdp nell'azionariato di Telecom è invece positivo, perché la Cassa ha «strategie di medio-lungo termine», ha indicato un portavoce di Vivendi, durante un incontro con la stampa italiana.

Con Mediaset «non è finita»
Con Mediaset «non è finita. Siamo ancora i secondi azionisti. Siamo molto pazienti. Non abbiamo fretta». Questo il commento di un portavoce di Vivendi in merito al dossier Mediaset. La prossima udienza in tribunale sul contenzioso che oppone i due gruppi è stata fissata per ottobre, ha ricordato il portavoce, in un incontro con la stampa italiana in occasione dell'assemblea degli azionisti del gruppo francese.

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