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Caduta controllata del franco svizzero verso la soglia di 1,20…

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Caduta controllata del franco svizzero verso la soglia di 1,20 sull’euro

(Bloomberg)
(Bloomberg)

Ci sono voluti più di tre anni e tre mesi, ma ora il franco svizzero è ridisceso sino a 1,20 in rapporto all’euro, cioè alla soglia di cambio che la Banca nazionale svizzera (Bns) aveva abbandonato il 15 gennaio del 2015. È accaduto durante le contrattazioni nel pomeriggio di oggi. In serata il cambio era di 1,1996 franchi per 1 euro, ma per molti analisti della piazza elvetica la via è segnata e il simbolico 1,20 di fatto è ormai riacciuffato.
Il relativo indebolimento del franco era l’obiettivo della Bns e dell’industria di esportazione svizzera, che in questi anni ha tenuto le posizioni ma ha sempre sperato in un franco meno forte, per avere minori ostacoli per le vendite all’estero. Secondo la Bns, anche a questi livelli il franco resta una moneta forte e ancora sopravvalutata, ma l’export rossocrociato ora ha quantomeno un po’ più di ossigeno. Nonostante le tensioni geopolitiche internazionali e le controversie sui dazi Usa, la valuta elvetica in questi mesi non ha giocato il suo ruolo tradizionale di bene rifugio.

A non far impennare questa volta il franco hanno contribuito due elementi principali: il miglioramento della crescita economica internazionale e in particolare di quella europea; i frutti dell’azione della Bns, che ha attuato in questi anni ingenti acquisti di valute estere e che mantiene i tassi negativi sulla moneta svizzera. Probabilmente una parte degli investitori si è convinta del fatto che la Bns non intende cambiare questa politica, nonostante i costi che questa azione ha avuto per le casse dell’istituto centrale elvetico. Alcuni operatori hanno indicato anche, come possibile motivo dell’indebolimento del franco, le vendite di investitori russi colpiti dalle sanzioni Usa, ma secondo molti analisti della piazza elvetica questo non è un punto principale nella discesa della moneta svizzera.
Alla nascita dell’euro il cambio era attorno a 1,60 franchi. Nel 2007 l’inizio della lunga, graduale discesa della moneta unica europea, sino all’1 a 1 circa del settembre 2011. La Bns stabilì allora la soglia di cambio minima di 1,20 franchi, che sarebbe rimasta appunto sino al gennaio del 2015, grazie agli acquisti di valute estere e poi ai tassi negativi.

All’inizio del 2015 però la pressione al rialzo sul franco, a quel punto davvero bene rifugio, si fece talmente elevata da costringere la Bns a rinunciare alla difesa della soglia. Il 15 gennaio di quell’anno l’euro ha toccato il minimo storico sulla moneta elvetica, a 0,9652 franchi, per assestarsi poi in quei giorni attorno all’1 a 1. In seguito, la graduale risalita dell’euro e la molto lenta discesa del franco, favorita ancora dall’azione Bns, sino all’1,20 di oggi. Anche il dollaro Usa, che nel 2017 toccò il minimo a 0,70 franchi, sta riguadagnando terreno, ma in questi mesi in modo meno consistente rispetto all’euro. In serata per 1 dollaro americano ci volevano 0,97 franchi. Essendo l’Eurozona la singola area di maggior export per la Svizzera, sulla piazza elvetica ora si guarda soprattutto al ritorno dell’1,20 sull’euro.

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