Anche il giovedì può essere nero. E lo è stato quando stamattina Deutsche Bank ha presentato i pessimi risultati dell’ultimo trimestre a firma dell’ex ad John Cryan, con il titolo in Borsa che ha perso oltre il 4% al cospetto di un profitto netto di 120 milioni equivalente a -79% rispetto allo stesso periodo del 2017.
Poi il titolo si è parzialmente ripreso, riducendo le perdite perché una luce in fondo al tunnel il nuovo ad Christian Sewing ha voluto accenderla proprio oggi annunciando il tanto atteso “giro di boa”: una nuova strategia incentrata sulla clientela in Germania e in Europa, drastico ridimensionamento del business in Usa e Asia con chiusura di alcuni portafogli come il trading in bond e altri prodotti più sofisticati, sforbiciata dolorosa su costi (e l’impegno a rispettare il target dei 23 miliardi nel 2018 sul quale Cryan aveva perso la presa) e quindi riduzione del personale, meno investment banking globale e posizioni ridotte sul trading del mercato azionario.
«Queste riduzioni sono dolorose ma purtroppo inevitabili per assicurare la competitività della banca nel lungo periodo», ha detto Sewing, contando sulle attività di gestione del risparmio di Dws e di una maggiore presa su 20 milioni di clienti retail attraverso Postbank.
Bene in questa ottica l’Italia che assieme alla Spagna spicca come mercato sul quale DB vuole puntare, proprio perché già bene impostato su clientela della pura banca commerciale, retail e corporate: l’Italia è il secondo mercato per DB e l’attività svolta sulla piazza italiana ha storicamente sempre portato i suoi frutti, tanto che Cryan si è sentito di elogiare pubblicamente nella sua ultima conferenza stampa il lavoro fatto negli anni da Flavio Valeri e il suo staff.
I primi tre mesi 2018 per DB sono andati peggio delle peggiori previsioni (anche i ricavi sono calati a 7 miliardi con -5%) ma secondo Sewing questa tendenza si potrà ribaltare mirando a generare ricavi e profitti per il 50% nell’attività di banca commerciale e privata per il 2021: ora circa il 53% dei ricavi netti proviene da corporate and investment banking. Questa data, il 2021, non piacerà agli analisti che si attendevano i risultati di questa virata già entro il 2020. Ma proprio sul fattore tempo, Sewing ha promesso: «Non c’è tempo da perdere perché i ritorni per i nostri azionisti non sono accettabili».
Il problema resta nei tempi lunghi della ristrutturazione e della re-impostazione del modello di business, sono processi lenti e inizialmente i tagli riducono i ricavi. Il Piano Sewing ricorda molto quello di Cryan ed è privo di grandi numeri: ricordare che la banca è leader nei sistemi di pagamento e sul mercato dei cambi forse non basta. Ma nel comunicato diramato stamattina poco dopo le 7.00 la banca promette “meno leva” e quindi la riduzione complessiva dei rischi in portafoglio. Se questo riduce potenzialmente la capacità di far soldi nel breve periodo fa contenti coloro che hanno guardato finora a DB con scetticismo per i rischi eccessivi in portafoglio con un sistema di controlli interni e IT forse carente.
L’uscita dagli Usa, un mercato che è costato a DB multe e sanzioni plurimiliardarie, è preannunciata in dettaglio e questo piacerà agli analisti e commentatori tedeschi che da tempo lo reclamavano: meno trading su bond e tassi Usa, meno esposizioni e leva e ridotta presenza sul mercato dei repo.
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