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Stop alla direzione di Vivendi su Telecom. Conti in calo nel trimestre

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Stop alla direzione di Vivendi su Telecom. Conti in calo nel trimestre

Vivendi rinuncia all'attività di direzione e coordinamento su Telecom Italia, che aveva avviato a fine luglio. Prima conseguenza è la rottura del rapporto con Michel Sibony, direttore acquisti “in distacco” dal gruppo transalpino. L'ad Amos Genish ha provato a difenderne il ruolo, innescando la prima discussione con il nuovo consiglio presieduto da Fulvio Conti, che ha deciso diversamente. L'interim degli acquisti va a Genish.

La riunione del consiglio Telecom, che aveva in agenda l'esame della trimestrale e la costituzione dei comitati, era ancora in corso nella tarda serata. Una maratona iniziata intorno a mezzogiorno, che ha impegnato i 15 consiglieri, la stragrande maggioranza esordienti, per una disamina approfondita del business dell'azienda e del piano industriale che era stato approvato all'unanimità dal precedente consiglio, durato solo un anno, prima del ribaltone promosso dal fondo Elliott.

Il trimestre
I ricavi consolidati nel primo trimestre si sono attestati a 4,7 miliardi (-1,6% sullo stesso periodo 2017, +2,7% a parità di perimetro e cambi). L'Ebitda di gruppo è a 1,89 miliardi, con una flessione del 4,9% sullo stesso periodo precedente (-1,8% su base “organica”). Il margine Ebitda cala dal 41,3% al 39,9 per cento. L'utile attribuibile ai soci della controllante risulta pari a 216 milioni e si confronta con i 200 milioni del primo trimestre 2017. L'indebitamento netto rettificato a fine marzo è di 25,537 miliardi, in aumento di 229 milioni rispetto a fine dicembre.
Il gruppo Tim, precisa il comunicato della società, «ha registrato nel primo trimestre 2018 oneri operativi non ricorrenti per complessivi 95 milioni di euro, principalmente riferibili all'accantonamento a fronte della sanzione pecuniaria pari 74,3 milioni», per la tardiva notifica del controllo di Vivendi ai fini del golden power, multa che verrà comunque contestata.

I comitati
La novità del nuovo consiglio, formato Elliott, è l'istituzione di un comitato ad hoc preposto all'istruttoria e al monitoraggio dei rapporti con parti correlate (di fatto Vivendi con i suoi satelliti e il suo azionista, il gruppo Bollorè). A presiederlo Lucia Morselli, mentre gli altri componenti sono Giuseppina Capaldo, Maria Elena Cappello e Dante Roscini, tutti indipendenti in quota Elliott.

In tutti gli altri comitati Vivendi finisce in minoranza. Il comitato strategico è stato costituito infatti con il presidente Fulvio Conti e l'ad Amos Genish, cui partecipano Luigi Gubitosi, Massimo Ferrari, Rocco Sabelli e il ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine.

Nel comitato controllo e rischi, la presidenza va a Paola Giannotti, affiancata dai consiglieri della stessa lista Gubitosi e Ferrari, mentre della lista Vivendi c'è solo l'indipendente Marella Moretti.

Il comitato per le nomine e la remunerazione è presieduto da Alfredo Altavilla, con Paola Bonomo, Sabelli e un solo amministratore della lista Vivendi, Michele Valensise.

Poiché la lista di maggioranza (quella del fondo Elliott) era composta tutta da indipendenti, qualifica che è rimasta anche al presidente Conti, il consiglio ha deciso di non nominare il lead independent director.

La nuova governance
«La composizione dei comitati, le determinazioni relative alla corporate governance e il risparmio identificato nei compensi dei consiglieri di amministrazione sono la certificazione del percorso avviato da questo cda verso la trasformazione di Tim in una public company focalizzata nel conseguire i risultati promessi al mercato». Questo il commento del presidente Fulvio Conti.

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