Hera otterrà uno sconto sul finanziamento se migliorerà tre obiettivi ambientali. La multiutility emiliana ha sottoscritto una linea di credito da 200 milioni di euro a cui è stato agganciato un meccanismo premiante. Gli istituti sono i seguenti: Bbva (nel ruolo di sustainable coordinator), Bnp Paribas, UniCredit e Credit Agricole. I quattro gruppi bancari si sono impegnati a ridurre il proprio margine di guadagno sulla linea di finanziamento se Hera in particolare ridurrà le emissioni di anidride carbonica (CO2) e i consumi energetici del gruppo, e se verranno migliorati i risultati della raccolta differenziata. La nuova linea di finanziamento è destinata a mantenere la solidità finanziaria di Hera e allo stesso tempo ad aumentare il mix di prodotti e strumenti finanziari utilizzati dall’azienda. «Gli obiettivi ambientali, sociali e di governance sono entrati ormai da tempo nella pianificazione strategica del gruppo – ha spiegato Stefano Venier, amministratore delegato di Hera – e contribuiscono a tracciare la rotta, in linea con gli obiettivi dell’agenda Onu 2030».
I tre obiettivi
«Abbiamo individuato i tre indicatori di sostenibilità con le banche coinvolte nel finanziamento e con la società Vigeo Eiris, agenzia internazionale di rating
sostenibile, che ha elaborato un’opinione indipendente in merito a questi target», ha evidenziato Luca Moroni, direttore finanziario di Hera. Nel 2017, dall’ultimo bilancio di sostenibilità dell’azienda, è emerso che l’impronta di carbonio (emissione di anidride carbonica) era stata ridotta del 16%, la raccolta differenziata aveva toccato quota 57,7%, e il risparmio energetico era stato pari al 3,6% a fine anno. Bisognerà dunque battere questi obiettivi, a fine 2018, per ottenere lo sconto sulla linea di finanziamento denominata «Esg linked Rcf Facility». E ogni anno andrà fatta tale verifica. Sul dettaglio degli sconti previsti dalle banche, l’azienda emiliana ha preferito però non fare disclosure: Hera, nella definizione di questo nuovo strumento di sostenibilità, è stata assistita dallo studio Limatola Avvocati mentre le banche hanno ricevuto il supporto dello studio legale internazionale Simmons & Simmons.
Il primo green bond
L’innovazione finanziaria in tema di sostenibilità è un po’ nel dna della multiutility emiliana. Nel 2014 è stata infatti la prima azienda italiana a lanciare
un green bond: i 500 milioni di euro raccolti hanno finanziato bene 26 progetti. Sette di questi, per un valore di 223,5 milioni euro, hanno riguardato interventi volti a incrementare l’efficienza energetica; quattro progetti (173,2 milioni complessivi) sono stati invece utilizzati per promuovere l’impiego di impianti di trattamento di rifiuti; altri 57,4 milioni di euro sono stati dedicati, attraverso dieci progetti, all’incremento della produzione di energia da fonti non fossili. Uno dei progetti interessati dal green bond Hera (17 milioni di euro) è il «Piano di salvaguardia della balneazione ottimizzato» di Rimini (Psbo), la più grande opera di risanamento idrico attualmente in corso in Italia, che entro il 2020 permetterà di eliminare gli undici scarichi a mare della città.
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