Finanza & Mercati

Italia, Spagna e dazi di Trump, il cocktail che spinge il franco…

  • Abbonati
  • Accedi
valute

Italia, Spagna e dazi di Trump, il cocktail che spinge il franco svizzero

Tre anni e tre mesi per imporre il freno alla valuta elvetica e per tornare ad un cambio euro-franco di 1,20, nell’aprile di quest’anno. Solo due settimane per veder risalire velocemente la moneta svizzera al cambio di 1,15, nella seconda metà del mese di maggio.

La valuta elvetica si è impennata chiaramente sull’euro e in parte anche sul dollaro Usa, contro la volontà della Banca nazionale svizzera (Bns), che a suon di tassi negativi e di acquisti di valute estere continua a puntare su un franco meno forte, a difesa delle esportazioni elvetiche.

Il fatto è che le difficoltà nella formazione del nuovo Governo in Italia, la crisi di Governo in Spagna, i dazi all’import Usa decisi da Trump, hanno alimentato insieme, in pochi giorni, una miscela di incertezze che ha fatto scendere senza esitazioni euro e dollaro in rapporto al franco. La valuta elvetica non è più la moneta rifugio per eccellenza, considerata l’azione di freno della Bns, ma continua ad esser vista da una parte degli investitori come un porto di attracco nei momenti difficili.

La Banca nazionale svizzera è riuscita a far scendere il franco dall’1 a 1 con l’euro del gennaio 2015 (quando fu abbandonata l’indifendibile, in quel momento, soglia di cambio 1,20 stabilita dalla stessa Bns) sino di nuovo all’1,20 di aprile-maggio 2018. Un successo per la Banca nazionale svizzera, pagato peraltro appunto con l’onere dei tassi negativi sul franco e con un bilancio Bns colmo di valute estere (soprattutto euro) acquistate dall’istituto centrale elvetico. Nel frattempo anche il biglietto verde è risalito sulla moneta svizzera, da 0,70 franchi per 1 dollaro del gennaio 2015 sino all’1 a 1 del maggio 2018.

Ma le tensioni politiche italiane, spagnole, americane hanno fatto cambiare la rotta del franco. Ora per 1 euro ci vogliono 1,15 franchi e per 1 dollaro 0,98 franchi. La Banca nazionale svizzera continua nella sua linea tesa a frenare il franco, una linea che ha contribuito a tenere a buoni livelli l’export elvetico e la crescita economica della Confederazione. La maggior parte degli analisti della piazza svizzera ritiene che la valuta elvetica possa nuovamente indebolirsi, in direzione ancora dell’euro-franco a 1,20. Bisogna però chiaramente prendere atto che il franco è tornato a rafforzarsi molto rapidamente, in presenza di tensioni politico-economiche internazionali. Se non è più moneta rifugio, il franco è comunque ancora un porto a cui una parte degli investitori nonostante tutto continua a guardare. La Bns difficilmente potrà abbassare la guardia.

© Riproduzione riservata