Rilevato che il sistema industriale italiano è composto prevalentemente da piccole e medie imprese, molte delle quali a conduzione familiare, il commissario Consob, Carmine Di Noia, nel seminario del Consob Day dedicato a Finanza e regole per la crescita delle imprese (che ha avuto luogo dopo la relazione del presidente Nava) ha poi spiegato che «la crescita di un’impresa passa attraverso la capacità di reperire fonti di finanziamento adeguate e differenziate, insieme ad assetti organizzativi e competenze adeguati, che rappresentano uno strumento per migliorare i risultati e garantire la sua sostenibilità nel lungo termine».
Secondo Di Noia finanza e regole possono contribuire alla creazione e alla crescita delle imprese riducendone la debolezza finanziaria e mettendo riparo alla debolezza manageriale. Il seminario ha avuto forma di tavola rotonda a cui hanno preso parte: Andrea Sironi, presidente di Borsa Italiana, Innocenzo Cipolletta, presidente Assonime, Fabio Innocenzi (Aipb, Associazione italiana private banking) e Guido Ferrarini (Università di Genova).
Cipolletta, che è presidente anche dell’Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt (AIFI), ha segnalato come nell’ultimo decennio il ricorso al finanziamento bancario sia andato riducendosi nel tempo, per fare spazio al contributo del mercato dei capitali e di fonti di finanziamento alternative al canale bancario (si veda il grafico in basso). Inoltre Cipolletta ha spiegato che un sistema di finanziamento articolato e differenziato porta a una maggiore resistenza del sistema economico.
Sironi, ha segnalato come negli ultimi anni sia andata crescendo la cultura circa il mercato dei capitali. E ha indicato i risultati molto positivi registrati sull’Extra Mot. Un problema però per l’accesso del cliente, anche di quello che passa attraverso la rete dei private banker, rispetto all'investimento nelle Pmi è dato da limiti regolamentari e di soglie di accesso troppo elevate.
Il presidente dell’Aipb Innocenzi, ha spiegato che in realtà l'interesse dei clienti del private banking va crescendo per quanto riguarda gli investimenti diversi da quelli tradizionali, ma la quota di investimenti relativi è bassa, perché ci sono alcuni fattori limitanti, come: il numero limitato di prodotti dedicati, l’elevata soglia di accesso di alcuni prodotti; alcuni vincoli regolamentari posti da Mifid2, la limitata conoscenza da parte di clienti, la complessità per i banker di proporre prodotti relativi a questi settori. Innocenzi ha proposto di pensare non tanto a una logica di “soglie”, per tutelare anche i piccoli investitori, ma di diversificazione. E ha indicato come compito per il settore che rappresenta l'evoluzione rapida verso una consulenza finanziaria evoluta.
Una questione emersa con prepotenza è quella della necessità di adeguare il campo regolamentare alla realtà delle piccole e medie imprese. Da questo punto di vista Di Noia ha ricordato che la missione istituzionale di Consob, che «comprende, oltre all'ovvia tutela degli investitori, l'efficienza del mercato dei capitali la promozione della competitivià del sistema finanziario (art. 5 c. 1 lett c TUF) e la salvaguardia della posizione competitiva dell'industria italiana nel contesto di un mercato internazionale». Ed ha aggiunto: «Siamo qui per ascoltare. Consob deve essere un facilitatore di questi processi e non un inconsapevole produttore di granello di sabbia che finiscono negli ingranaggi della macchina dello sviluppo del mercato e dell’economia».
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