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Cresce la finanza d’impatto. E soddisfa il 90% di chi investe

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Cresce la finanza d’impatto. E soddisfa il 90% di chi investe

Il mercato della finanza d’impatto si consolida e si diversifica. Il Global Impact Investing Network ha intervistato, nel suo ultimo Annual Survey, 229 investitori che hanno asset per 228 miliardi di dollari e che, nel 2017, hanno investito 35 miliardi con 11mila deal e hanno intenzione quest'anno di aggiungere un altro 8% di capitali. Risultati più che positivi se raffrontati anche al 2016 quando il totale degli asset era di 114 miliardi di dollari e capitale investito era di 22,1 miliardi. Crescono dunque i volumi degli investimenti a impatto sociale. Ma anche il livello di diversificazione.

I settori prevalenti sono servizi finanziari, energia e microcredito. Mentre le allocazioni sono cresciute attraverso tutti i settori e gli stati negli ultimi cinque anni (a un tasso annuo del 13%), l'incremento è stato particolarmente forte nelle nicchie storicamente minori come educazione, cibo e agricoltura – guardando i settori- e in Oceania e Sudest asiatico – considerando le aree geografiche - a indicare un'espansione negli interessi degli investitori.

Ma chi sono gli investitori e quali aspettative hanno in termini di ritorni finanziari? Sei intervistati su dieci sono manager di fondi, un 13% sono fondazioni, seguite da banche (6%), family office (4%), fondi pensione e compagnie assicurative (4%). Due terzi investe solo nella finanza d'impatto, mentre un terzo anche nel mercato tradizionale. Buona la soddisfazione sull'investimento: la maggioranza degli intervistati si dichiara di aver avuto un ritorno in linea o superiore alle aspettative di impatto (97%) e di performance finanziarie (91%) .

Quali sono queste aspettative? Una delle caratteristiche del settore è che gli investitori scelgono prima il target di ritorno finanziario, da un tasso minimo che salva il capitale ai più competitivi tassi di mercato. Ebbene, nell'Annual Survey di quest'anno due terzi degli intervistati ha un obiettivo di ritorno a tassi di mercato mentre un 20% punta a tassi vicini a quelli di mercato e un 16% «si accontenta» della preservazione del capitale.

La grande questione del settore resta la misurazione dell'impatto, dove viene messo in campo un mix di strumenti dalle metriche proprietarie, a informazioni qualitative. Tre quarti decide i target di impatto per taluni o tutti gli investimenti per tracciare così il progresso verso gli obiettivi sociali e ambientali. E ancora il 76% degli investitori traccia le performance riespetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile, fissati dalle Nazioni Unite.

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