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Apple-Samsung, dopo sette anni di battaglie legali ritorna la pace

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HI-TECH e brevetti

Apple-Samsung, dopo sette anni di battaglie legali ritorna la pace

La guerra sul design dell’iPhone è finita. Torna la pace tra Apple e Samsung. Le due società, dopo sette anni di battaglie legali, per quello che è il contenzioso sui brevetti più lungo e con più valore nella storia dell’industria tecnologica, hanno raggiunto un accordo extragiudiziale che pone fine a tutte le cause. Non è stato reso noto l’ammontare del patteggiamento, depositato nella Corte distrettuale di San José, in California (causa numero 11-cv-01846). La prima causa intentata da Apple contro Samsung risale al 2011 quando Steve Jobs, il fondatore di Apple che morì lo stesso anno, minacciò di scatenare una guerra «termonucleare» contro i rivali che avevano adottato il sistema operativo Android sviluppato da Google e non il loro, e accusò i coreani di aver «smaccatamente e pedissequamente» copiato il design dell’iPhone. Da quella prima causa si sono sviluppati lunghi e complessi contenziosi, altre cause, ricorsi e appelli, compreso uno stop della Corte Suprema americana nel 2016. Con centinaia di milioni di dollari di spese legali agli avvocati che sono, alla fine, gli unici veri vincitori di questa lunga contesa giocata tra carte bollate e aule di tribunale.

Un primo verdetto della giuria popolare nella corte distrettuale guidata dalla giudice americana, ma di origini coreane, Lucy Koh, aveva riconosciuto la ragione di Apple comminando una multa contro Samsung di 1,05 miliardi di dollari. Dopo appelli e ricorsi, un successivo processo aveva ridotto drasticamente la cifra. Il caso è finito poi alla Corte Suprema che aveva parzialmente dato ragione ai coreani, rimandando la causa al giudice distrettuale Koh, con l’avvertenza di rivedere ancora la cifra da pagare, a quel punto scesa a 399 milioni di dollari. Samsung non è rimasta a guardare. E a sua volta, in questi anni, ha accusato Apple di aver violato i suoi brevetti industriali. Ed ha ottenuto dei risarcimenti milionari per la «violazione involantaria» di alcuni brevetti da parte di Apple. L’ennesimo giro di valzer giudiziario è arrivato a maggio, quando la giuria popolare nella Corte distrettuale sempre presieduta da Lucy Koh, ha ordinato a Samsung di pagare complessivamente 539 milioni di dollari ad Apple per la violazione dei suoi brevetti. Samsung quindi dovrà pagare una somma addizionale di 140 milioni di dollari, oltre ai 399 già decisi per chiudere il conto.

A questo punto è intervenuto il patteggiamento, di cui non si conosce il valore che chiude definitivamente la guerra tra le due società. Il giudice Lucy Koh, diventata ormai famosa negli Stati Uniti quanto un personaggio televisivo, era al lavoro sull’ennesima sentenza di ricorso dei coreani. Ora potrà finalmente occuparsi di altro.

Il panorama dell’industria tecnologica è mutato completamente da quando la guerra legale è cominciata. Apple e Samsung sono ancora protagonisti nella competizione globale per le vendite degli smartphone. Ma sul mercato si sono affacciati con una penetrazione velocissima i competitor cinesi come Huawei, Oppo, Xiaomi che stanno erodendo quote di mercato alle due società: Xiaomi, ad esempio, che sta per lanciare una Ipo miliardaria, ha già superato le vendite di Samsung nello sterminato mercato indiano. Apple ha vinto sulla carta. Ma ha fallito il suo obiettivo di guadagnare nei tribunali un vantaggio competitivo su Samsung.

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