Gli azionisti di Fimei, la holding che detiene circa il 51,8% del gruppo farmaceutico Recordati, hanno raggiunto un accordo per cedere tutta la partecipazione a un consorzio di fondi di investimento controllato da Cvc Capital Partners. Come si legge in una nota, che conferma le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni e anticipate dal Sole 24 Ore, Cvc pagherà circa 3 miliardi di euro, ovvero 28 euro per azione (2,3 miliardi al closing e 750 milioni in strumenti finanziari di debito subordinati di lungo termine). L’azienda è valorizzata 5,85 miliardi. L'accordo è condizionato unicamente all'ottenimento delle necessarie autorizzazioni antitrust. Dopo averle ottenute, al closing dell'operazione, gli investitori dovranno lanciare un'offerta pubblica di acquisto totalitaria rivolta a tutti gli azionisti di minoranza
Il via libera è arrivato in serata. Dopo la scomparsa dell’ex-Ad Giovanni Recordati, oggi l’azienda è controllata dalla famiglia omonima con i fratelli Alberto e Andrea in prima linea. Il tema della vendita è stato sul tavolo dei diversi componenti della famiglia, che avrebbero scelto di dotarsi ciascuno di un proprio consulente per valutare le offerte ricevute.
Il gruppo farmaceutico è guidato dal ceo Andrea Recordati e presieduto da Alberto Recordati e in Borsa vale circa 6,8 miliardi di euro al prezzo di chiusura di 33 euro. Il prezzo è comunque ancora lontano dai massimi di inizio novembre a 40,46 euro, quando il gruppo capitalizzava quasi 8,5 miliardi di euro. Recordati ha chiuso il primo trimestre 2018 con 366,5 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 134,4 milioni e un debito finanziario netto di 484,6 milioni. Il gruppo aveva invece chiuso il 2017 con 1,288 miliardi di euro di ricavi (+11,6%), un ebitda di 454,7 milioni (+22,5%) e un utile netto di 288,8 milioni (+21,6%).
Fondata nel 1926, Recordati raggiunse la svolta industriale nel primo dopoguerra. Al fondatore succedette Arrigo, capoazienda dal 1953, artefice dello sviluppo e della quotazione in Piazza Affari. Negli anni successivi l'azienda venne presa in mano dal figlio Giovanni, fino alla scomparsa di quest'ultimo. Ora si avvicina un passaggio, con i private equity in prima linea.
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