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Facebook scottato dalla privacy delude su fatturato e “amici”, il titolo cede il 20%

New York - Facebook non aveva risentito degli scandali sulla privacy, delle bufere sulle pratiche di gestione dei dati e sulle fake news - a volte dalle conseguenze tragiche -nel primo trimestre dell'anno. Ma nei secondi tre mesi, nel pieno della controversia, i conti del colosso dei social network hanno pagato lo scotto. Mark Zuckerberg e il suo modello di business non sono stati immuni alle polemiche: bruciato da delusioni su fatturato e utenti finiti sotto pressione, e da un outlook fattosi meno roseo, il titolo sotto il simbolo Fb nel dopo mercato a Wall Street di ieri ha perso fino al 24% per poi attestarsi ad un calo del 20 per cento. Da inizio anno aveva finora guadagnato il 23 per cento.

Frenano gli utenti e i ricavi
La frenata di entrate e utenti, i cosiddetti “amici”, e' stata innegabile. Le revenue sono salite del 42% a 13,23 miliardi di dollari, ma meno di quanto previsto dagli analisti, 13,36 miliardi. Era dagli inizi del 2015 che Facebook non tradiva le previsioni. Sugli utenti l'azienda ha sofferto un simile destino: la loro media quotidiana e' rimasta sequenzialmente stagnante sui mercati piu' redditizi, Stati Uniti e Canada, attorno ai 158 milioni. Identica performance per la media mensile: ferma a 241 milioni. Qui ciascuno “vale” oltre 25 dollari l'uno, multipli del valore in Europa (meno di 9 dollari) e ancor piu' nel resto del mondo (neppure sei dollari). In Europa, peggio ancora: la media quotidiana e' scesa a 279 da 282 milioni e quella mensile da 377 a 376 milioni, un arretramento al quale ha contribuito l'impatto della nuova legge GDPR sulla protezione della privacy appena entrata in vigore. In tutto il mondo Fb ha riportato utenti attivi medi quotidiani pari a 1,47 miliardi contro 1,49 previsti; 2,23 miliardi di utenti attivi mensili medi a confronto con i 2,25 miliardi pronosticati.

Stime al ribasso
Facebook ha inoltre previsto frenate sequenziali - vale dire raffrontate con il periodo immediatamente precedente - delle entrate sia nel terzo che nel quarto trimestre. Il monito e' arrivato dal direttore finanziario David Wehner, quantificato in flessioni in singola cifra percentuale. Le spese dovrebbero contemporaneamente aumentare quest'anno del 50-60%, con l'azienda che ha intensificato le assunzioni anche per migliorare la sicurezza e i controlli sul contenuto dopo le polemiche sugli abusi e le violazioni di diritti degli utenti.
L'unica cifra a battere le attese, nel bilancio del secondo trimestre, e' stata quella dei profitti. Gli utili per azione sono stati pari a 1,74 dollari, rispetto agli 1,32 di un anno fa e agli 1,72 pronosticati. I profitti netti sono stati di 5,12 miliardi rispetto ai 3,89 miliardi dello stesso periodo dell'anno scorso.

Analisti restano positivi
Alcuni analisti restano tuttavia ottimisti sulla tenuta del gruppo e della sua presa sulla pubblicita' digitale nonostante la delusione d'insieme degli ultimi tre mesi. Il suo servizio di foto e video-sharing Instagram, ad esempio, oggi rappresenta un pilastro di questo successo e dovrebbe da solo enerare 8 miliardi di incassi da inserzioni globali nel corso di quest'anno.

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