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BTp, il Tesoro colloca 6 miliardi. I rendimenti tornano a salire

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titoli di stato

BTp, il Tesoro colloca 6 miliardi. I rendimenti tornano a salire

I rendimenti dei BTp tornano a salire. Il dato finanziario più forte dell’asta di ieri - con cui il Tesoro ha collocato complessivamente 7,5 miliardi fra BTp a 5 e 10 anni e CcTeu - è il rialzo dei tassi sulla parte lunga della curva. Il BTp decennale è stato venduto al 2,87%, 10 punti base in più rispetto alla precedente analoga emissione. Il rendimento netto, secondo Assiom Forex, si attesta al 2,509%.

La domanda - il secondo fattore tenuto in gran considerazione dagli investitori - è però stata buona. Il rapporto bid-to-cover (domanda/offerta) si è attestato a 1,42 (da 1,26 del collocamento di fine giugno). A fronte dei 4 miliardi di BTp a 10 anni venduti sono state registrate richieste per 5,7 miliardi. «Il dato sulla domanda ha rasserenato i mercati che, poco prima di conoscere l’esito dell’asta, hanno esercitato un po’ di pressione al rialzo sui rendimenti sul secondario influenzando anche il tasso fissato dal Tesoro sul primario», spiega Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte Sim.

Non a caso, successivamente i rendimenti si sono un po’ distesi anche se a fine giornata hanno comunque chiuso in rialzo di 5 punti base rispetto alla vigilia terminando gli scambi al 2,79%, il livello più alto da un mese e 30 punti base più su rispetto a metà luglio. La fetta restante dell’asta ha riguardato il BTp a 5 anni (collocati 2 miliardi su 2,93 richiesti all’1,8% rispetto all’1,81% precedente) e il CcTeu a 7 anni (venduti 1,5 miliardi su 2,4 richiesti all’1,75% rispetto all’1,66% dell’asta precedente).

Il fatto che i rendimenti sono saliti sulle emissioni a 7 e 10 anni (parte lunga) mentre sono scesi su quella a 5 è in linea con quanto accaduto ieri sui titoli governativi su scala globale. Le indiscrezioni su un cambio di rotta della politica monetaria del Giappone che potrebbe favorire il primo irripidimento della curva nipponica dal 2014, ha messo in fibrillazione il mercato dei bond. I Treasury a 10 anni si sono riavvicinati alla “soglia psicologica” del 3%. Anche il Bund tedesco ha chiuso a 0,44%, con un rialzo di 4 punti base (si veda articolo in basso) tornando sui massimi da un mese. Le vendite marcate sul settore obbligazionario colpiscono ancor di più perché arrivano in un momento in cui sul mercato azionario (per certi versi rivale dell’obbligazionario) si sta registrando una fase di debolezza.

Quanto all’Italia però ci sono altri fattori che gli esperti monitorano per provare a intercettare l’andamento futuro dei rendimenti.

«Non è da escludere un autunno caldo sui governativi italiani - continua Cesarano -. Le tensioni politiche potrebbero tornare in agenda. Innanzitutto bisognerà seguire con molta attenzione il dibattito sulla legge finanziaria. Potrebbe rivelarsi lungo e complesso a vantaggio della volatilità e a scapito dei rendimenti. Molto importante sarà anche il pronunciamento sul rating sovrano da parte di Standard and Poor’s previsto per il 26 ottobre».

LE ASTE DI BTP
Importi in milioni di euro, rendimenti in percentuale. (Fonte: MEF)

Dopo l’estate la lente di ingradimento degli investitori metterà sotto giudizio l’operato e le intenzioni del nuovo governo e il tasso di scetticismo sulla sostenibilità del debito potrebbe aumentare. Da non dimenticare poi che in questo momento l’Italia è il Paese che sta pagando i tassi più alti tra i Paesi dell’Eurozona che sono “tutelati” dal piano di acquisti della Banca centrale europea (quantitative easig). C’è solo un Paese, la Grecia, che paga di più ma non può beneficiare dell’aiutino della Bce. Peraltro lo spread tra Grecia e Italia si sta assottigliando mese dopo mese. In questo momento il divario si è ridotto a 100 punti base.

LE BORSE
Performance % di ieri

@vitolops

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