Sono rimasti circa due mesi di tempo per i titolari di rapporti finanziari cosiddetti “dormienti” - o per i loro eredi - per riappropriarsi delle somme dimenticate e non movimentate da oltre 20 anni in conti correnti, depositi, libretti di risparmio, ma anche azioni, obbligazioni, fondi d’investimento, nonché assegni circolari non riscossi entro il termine di prescrizione.
L’avviso del Tesoro
Nel mese di agosto il Mef ha diramato un comunicato per ricordate che nel prossimo mese di novembre inizieranno a scadere
i termini per reclamare la paternità delle prime somme (oltre 670 milioni di euro) che dal 2008 hanno iniziato ad affluire
nel Fondo Rapporto Dormienti. Una cifra che anno dopo anno è aumentata fino ad arrivare agli odierni 1,5 miliardi di euro
e rappresenta una sorta di cofanetto del Tesoro - ideato nel 2005 dal ministro Giulio Tremonti - alimentato con i rapporti
assicurativi, bancari e postali caduti “in letargo” dopo un decennio di totale assenza di movimentazioni. E dopo un ulteriore
periodo di 10 anni di parcheggio nel Fondo gestito da Consap per conto del Tesoro, le somme non messe in moto con una richiesta
da parte dei legittimi titolari, o dai loro familiari aventi diritto, finiscono definitivamente nelle casse dello Stato per
ristorare - almeno in parte - i risparmiatori vittime di frodi finanziarie.
L’inerzia di banche e Poste
In precedenza le somme dimenticate restavano alle banche, alle compagnie di assicurazione e a Poste Italiane. Intermediari
che in questi anni hanno fatto poco o nulla per cercare di ricontattare i clienti che rischiano adesso di perdere definitivamente
le somme depositate e non più rivendicate. Solo l’Ivass si è mossa negli ultimi anni con decisione su questo versante, consentendo
ai contraenti di 190 mila polizze di riattivare 3,5 miliardi di euro che rischiavano di diventare dormienti. Anche perché
per le polizze è più facile “cadere nel dimenticatoio”. E se intermediari, associazioni di categoria e authority non vanno
in soccorso dei risparmiatori distratti, ogni singolo cittadino può comunque verificare l’esistenza di “conti dormienti” intestati
a proprio nome o a nome di familiari di cui possano risultare eredi, al fine di inoltrare, nel caso, domanda di rimborso.
Ecco come reclamare le somme spettanti
La banca dati messa a disposizione da Consap, a cui sono state affidate le procedure di rimborso, è raggiungibile all’indirizzo
www.consap.it/servizi-economia/fondo-rapporti-dormienti selezionando l’opzione “cerca rapporto dormiente”. Una verifica che può effettuare con semplicità anche chi nel frattempo
è emigrato e si trova all’estero. La ricerca dei rapporti “dimenticati” è molto semplice e le opzioni sono diverse: è possibile
effettuare la ricerca per nome e cognome oppure indicando solo il paese di origine. E qualora tra i risultati della ricerca
dovesse figurare il vostro nome o quello di vostri familiari/avi, sul sito Consap ci sono tutte le indicazioni su come risvegliare
i conti. Nel caso di più aventi diritto (eredi o più titolari del rapporto), la domanda può essere presentata anche solo da
uno di essi, con le dovute deleghe. In ogni caso per un aiuto è possibile anche chiamare il numero 06.85796866 attivo il
lunedì mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00.
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