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Musk e il delisting di Tesla: «Lo vogliono i sauditi»

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Musk e il delisting di Tesla: «Lo vogliono i sauditi»

Elon Musk (Reuters)
Elon Musk (Reuters)

La versione di Musk sul clamoroso annuncio via Twitter di un progetto di delisting per Tesla si arricchisce di ulteriori particolari. Dopo essere stato pesantemente criticato per la serie di tweet (su cui indaga la Sec) del 7 agosto, il fondatore e Ceo ha pubblicato un post sul blog aziendale per fornire chiarimenti. Musk, per cominciare, ha confermato che il fondo sovrano saudita Pif (Public Investment Fund) ha rastrellato una quota di quasi il 5% nel produttore californiano di auto elettriche di lusso. Musk, che di Tesla possiede un pacchetto pari al 19%, ha inoltre chiarito perché nel primo dei suoi tweet aveva scritto che i fondi per realizzare il buyout ci sono («Funding secured») e che «il supporto degli investitori è confermato».

I contatti con i sauditi andrebbero avanti ormai da due anni. Il primo incontro tra le parti risalirebbe all'inizio del 2017. «Ovviamente - ha scritto il Ceo di Tesla - il fondo sovrano ha capitali più che sufficienti per eseguire una transazione». Non solo. «Recentemente, dopo l'acquisto di quasi il 5% di titoli Tesla sul mercato, Pif ci ha contattato per un altro incontro. Quella riunione si è tenuta il 31 luglio».

Durante il meeting, il direttore generale del fondo (Yasir Othman Al-Rumayyan, non citato per nome da Musk) avrebbe espresso rammarico per le esitazioni nella direzione del delisting. «Sono uscito da quell'incontro con l'assoluta certezza che l'accordo sarebbe stato concluso e che si trattava soltanto di avviare il processo».

Dopo i tweet galeotti dal fondo di Riad sarebbe stato espresso ancora sostegno, pur «soggetto a una due diligence» e sarebbe giunta una richiesta di «dettagli addizionali su come l'azienda verrebbe delistata, inclusi i requisiti regolatori».Musk ha poi precisato che il buyout verrebbe finanziato da titoli, non da ulteriore debito, che già ammonta a 10 miliardi di dollari. Per questo le stime di alcuni analisti sui 70 miliardi necessari a realizzare l'operazione sarebbero «totalmente eccessive».

Musk resta comunque al centro di roventi polemiche con numerosi azionisti che hanno sporto denuncia per la presunta manipolazione del titolo. Uno degli analisti più critici nei confronti di Tesla, Gordon Johnson di Vertical Group,che vede il titolo Tesla a 93 dollari contro gli attuali 355,ha dichiarato a Bloomberg che le dichiarazioni di Musk confermerebbero, a suo parere, l'inconsistenza del progetto di delisting. E che le due grandi domande, al momento, sono: «Cosa farà la Sec? E poi, gli azionisti restranno dalla parte di Musk?».

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