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Atlantia ancora giù a Piazza Affari, parole società non bastano

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ponte Morandi

Atlantia ancora giù a Piazza Affari, parole società non bastano

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Le parole di Atlantia, la conferenza stampa dei vertici del gruppo e la disponibilità della società a stanziare fondi per i risarcimenti e a impegnarsi in una rapida ricostruzione del ponte Morandi di Genova, crollato il 14 agosto, non bastano a sostenere la società a Piazza Affari, dove il titolo è ancora pesante, invertendo di nuovo la rotta rispetto al tentativo di recupero di venerdì scorso (+5,7% alla chiusura) . Atlantia, che controlla Autostrade per l'Italia, controllata del gruppo che fa capo alla famiglia Benetton, perde quasi il 30% dalla chiusura a 24,88 euro per azione del 13 agosto, il giorno prima del disastro.

Atlantia, dopo non essere riuscita a fare prezzo in apertura, ha iniziato gli scambi con un ribasso del 9,57% a 17,41 euro per azione, poi ha ridotto leggermente le perdite (segui qui l'andmento del FTSE MIB, il listino di riferimento). Torna a scendere anche la capitalizzazione di mercato di Atlantia, pari a circa 14,7 miliardi di euro, contro i 16 circa della chiusura di venerdì e i 20,5 miliardi di lunedì, prima del crollo del viadotto. A questi valori, la capitalizzazione scende di 1,3 miliardi da venerdì e di 5,8 miliardi dal 13 agosto.

Sul titolo pesano le notizie del fine settimana: Autostrade per l'Italia ha annunciato la propria disponibilità a stanziare 500 milioni di euro per coprire i costi e a ricostruire il ponte in otto mesi, ma per il Governo si tratta solo di un risarcimento parziale. Il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli ha chiesto le dimissioni dei vertici di Aspi, ha parlato di possibile statalizzazione delle autostrade e ha annunciato l'avvio del procedimento per la revoca/annullamento della concessione autostradale ad Aspi. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la volontà del governo di rivedere integralmente il sistema delle concessioni autostradali, attualmente troppo sbilanciate a favore dei concessionari. Secondo Equita, «bisognerà quindi valutare se si arriverà a degli accordi sui contratti esistenti e quali saranno le modifiche che il Governo introdurrà per il rinnovo delle concessioni». Per Atlantia la concessione di Aspi «incide per circa il 40% dell'Ebitda post-minorities del gruppo con 20 anni di vita residua, quindi una negoziazione sulla continuazione del contratto è fondamentale per evitare lo scontro legale», la soluzione più negativa per il gruppo, aggiunge Equita. Per gli analisti «la volontà del governo di modifica dell'intera regulation crea incertezza nel settore».

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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