Punta sulla mancanza di un monitoraggio continuo della struttura l’inchiesta della Procura di Genova sul crollo del viadotto Polcevera. Lo ha detto chiaramente il procuratore capo, Francesco Cozzi, intervistato dal Tg1. Dialogando in diretta televisiva con Stefano Della Torre, docente del Politecnico di Milano cui Autostrade per l'Italia si era rivolta per una consulenza sullo stato di salute del viadotto, Cozzi gli ha chiesto se tra gli approfondimenti suggeriti dalla relazione dei tecnici universitari fosse suggerito anche un monitoraggio costante e se il ministero delle Infrastrutture ne fosse informato.
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Della Torre ha risposto di sì e che questo tipo di controlli era stato inserito nel bando dei lavori di retrofitting strutturale del viadotto, datato 28 aprile e in corso di aggiudicazione al momento del crollo. Cozzi ha così osservato che, considerando i tempi della gara d'appalto, il monitoraggio si sarebbe realizzato solo sette mesi-un anno dopo la relazione del Politecnico che lo suggeriva e ha annunciato che chiederà ai suoi periti se vista la situazione il monitoraggio dovesse essere non solo continuo ma anche immediato.
Probabilmente sulle valutazioni della Procura peserà anche il fatto che di recente Aspi aveva adottato un monitoraggio continuo
altrove, su sei cavalcavia intorno a Bologna, come rivelato dal sole24ore.com venerdì scorso. Si trattava di una sperimentazione, che durante la conferenza stampa di sabato l'amministratore delegato della società,
Giovanni Castellucci, ha genericamente attributo all'esigenza di monitorare i veicoli in sovraccarico. Ma il fenomeno esiste
su tutta la rete stradale, compreso quindi il viadotto Polcevera.
Il procuratore ha anche chiarito che il ministero delle Infrastrutture non avrebbe particolari responsabilità per mancata
vigilanza, come paventato da Aspi. Cozzi ha detto che il ministero ha poteri di vigilanza, non veri e propri obblighi.
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