C’è poco da dire. Le performance da inizio anno hanno davanti il segno più, ma sono assai risicate. I primi 8 mesi del 2018
sono i peggiori dal 2011 per gli hedge fund. Allora, però, la performance era negativa. La fotografia, che emerge dall’ultimo
report sull’industria pubblicato da Eurekahedge è poco incoraggiante. L’Eurekahedge Hedge Fund Index ha visto un andamento
praticamente piatto in agosto (+0,09%), lasciando così il saldo da gennaio a languire a +0,45%. Negativa anche l’evoluzione
delle masse gestite: il totale degli assets under management ha registrato, infatti, una flessione di 7,4 miliardi di dollari
da gennaio, assestandosi a 147,4 miliardi di dollari. Se si conta solo i riscatti in otto mesi si è già a quota 25,4 miiardi
a livello globale.
A salvarsi è meno di un fondo su due. Solo il 46% dei fondi, parte del panel di Eurekahedge, attualmente ha un saldo positivo,
mentre il 12% di questi vanta addirittura una parformance a doppia cifra. Certo che di sicuro non se la stanno passando bene
le allocazioni sui mercati emergenti. In questo caso lo spaccato da un -3,05% (-4,92% per l’equity e -3,34% per l’obbligazionario),
con i gestori che puntano sull’Asia che limitano le perdite al 2,26%.
Nello spaccato per strategie di investimento le migliori performance sono dei fondi «distressed debt» con un +7,46%, «relative
value» con un +3,79% e «event driven» con un +1,70%.
Se si guarda, invece, alle aree geografice, sia per l’equity sia per l’obbligazionario, la parte da leone viene fatta dal Nord America, dove i fondi «long/short equity» vedono un + 5,65% mentre i «fixed income» guadagnano il 5,35% da gennaio.
A registrare certamente la perdita più pesante del comparto è l’Eurekahedge Crypto-Currency Hedge Fund Index, giù addirittura del 52,93%. L’indice ha perso più di metà del suo valore a causa del crollo del mercato delle cripto valute, che nel corso del 2017 aveva guadagnato il 1.708,5 per cento.
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