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Carige, Malacalza ha la maggioranza in Cda. Modiano presidente

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l'assemblea per il cda

Carige, Malacalza ha la maggioranza in Cda. Modiano presidente

Davide, Vittorio e Mattia Malacalza
Davide, Vittorio e Mattia Malacalza

Malacalza Investimenti ha la maggioranza dei consiglieri del nuovo cda di Carige che sarà guidato da Pietro Modiano nel ruolo di presidente. È questo l’esito del voto dell’assemblea degli azionisti di Banca Carige che ha eletto un cda di 11 membri. Modiano, capofila della lista Malacalza, è il nuovo presidente, Lucrezia Reichlin è stata eletta vicepresidente. Sono in corso i calcoli per determinare il numero di consiglieri delle diverse liste. La lista Malacalza ha ottenuto il voto di 52,58% dei votanti pari al 30,5%. La lista Mincione ha ottenuto il voto del 28,8% dei votanti pari al 16,7% del capitale. Ma mano si delineano i dettagli della vittoria di Malacalza Investimenti che avrà sette consiglieri su 11 nel nuovo cda di Carige. Risultano eletti nella lista Malacalza, Pietro Modiano (presidente), Lucrezia Reichlin (vicepresidente), Fabio Innocenzi (a cui verosimilmente il consiglio attribuirà le deleghe operative), Stefano Lunardi, Salvatore Bragantini, Francesca Balzani, Lucia Calvosa. La lista Mincione ha eletto tre consiglieri: lo stesso Raffaele Mincione, Bruno Pavesi, Luisa Marina Pasotti. Della lista Assogestioni è stato eletto Giulio Gallazzi.
L’ultimo eletto, stando ai voti, risultava essere Angelo Busani, secondo in lista di Assogestioni, tuttavia ai fini di rispettare le norme previste in materie di quote rosa subentra Lucia Calvosa della lista Malacalza. Esce dunque dal cda l'attuale a.d. Paolo Fiorentino.

Il giallo dei tre fondi legati a Mincione
In assemblea, poco prima del voto, era spuntato il giallo di tre fondi vicini al mondo Mincione. Malacalza Investimenti ha chiesto al presidente dell’assemblea di Carige di verificare se tre fondi di investimento presenti in assemblea con il 3% circa complessivo (Athena Capital, Eurasia Sicav e Eurasia Fund) siano riconducibili a Raffaele Mincione.

Intervenendo in assemblea, il rappresentante della Malacalza Investimenti, avvocato Carlo Pavesi, ha ipotizzato che, qualora fosse dimostrato il legame dei tre fondi con Mincione, anche questa ulteriore quota andrebbe sterilizzata a causa della mancata autorizzazione di Banca di Italia-Bce. La Vigilanza ha infatti già sterilizzato le quote sopra il 9,9% del patto Mincione-Volpi-Spinelli che risulta titolare complessivamente del 15,2%. Quasi immediata la replica di Mincione che, in una pausa dell'assemblea, ha spiegato che i tre fondi , che sono riconducibili a lui, voteranno per la lista di Assogestioni per il rinnovo del cda . Sempre Mincione ha precisato che lui ha un ruolo di “Principal” ma non é il gestore dei tre fondi. «Il presidente non ha evidenze idonee a disporre ulteriori sterilizzazioni di voto» ha risposto il presidente dell’assemblea Giulio Gallazzi alla richiesta di Malacalza Investimenti.

Aggregazione versus fusione
Dopo aver portato a casa il primo round, con la nomina in collegio sindacale del proprio candidato, la Malacalza Investimenti torna a ribadire il suo no alle nozze di Carige con altri istituti. Questa mattina infatti, prima dell'avvio dei lavori, Pietro Modiano, candidato alla presidenza di Carige nella lista Malacalza Investimenti, aveva già espressamente detto: «Prima ristrutturare». Durante l'assemblea, per voce del suo rappresentante avvocato Francesco Gatti, la Malacalza Investimenti ha ribadito che il progetto industriale presentato dalla Pop12 di Mincione per Carige è «velleitario e pericoloso» perché il rischio è che «se l’aggregazione non riesce si va in liquidazione. A oggi nessuna banca è disposta a sposarsi con Carige». Gatti ha poi rincarato la dose: «L’attuale management ha fallito e non certo perché ostacolato dalla conflittualità della governance: l’attuale amministratore delegato non si è dimostrato in grado di portare a termine» il percorso di risanamento della banca. «Smembrare e svendere, agitando l’illusione di una aggregazione, con gruppi che appena evocati dichiarano di non essere interessati, non è e non sarà mai la nostra ricetta» ha aggiunto. Per Raffaele Mincione, altro candidato alla presidenza di Carige, il focus è sull'aggregazione: «Sarà difficile farla in due mesi se non dovessi confermare l'amministratore delegato».

Primo round a Malacalza: eletto il suo candidato sindaco
L'assemblea intanto ha espresso il proprio voto sul collegio sindacale e Malacalza Investimenti riesce a far eleggere il proprio candidato alla carica di sindaco effettivo di Carige ottenendo un voto favorevole del 55,7% delle azioni ammesse al voto e al 32% del capitale sociale di Carige. Una votazione che sembra già orientare l’esito del voto sull’elezione del consiglio a favore della lista Malacalza anche se, per il secondo punto all’ordine del giorno, resta da capire se la famiglia riuscirà a ottenere la maggioranza dei consiglieri. Il candidato alla carica di sindaco effettivo che è stato eletto è Stefania Bettoni, proposto questa mattina dalla Malacalza Investimenti. ll candidato della lista Mincione, messo ai voti precedentemente, non è riuscito a ottenere la maggioranza dei voti. Secondo le risultanze del libro soci di Carige, lette dal segretario dell’assemblea, Malacalza Investimenti detiene il 27,555% del capitale, Gabriele Volpi ha il 9,087% attraverso Compania Financiera Lonestar, la Pop12 sarl di Raffaele Mincione è titolare del 5,428%. Prima dell’apertura dei lavori, interpellato sull’aggiornamento della propria quota, Mincione ha dichiarato di non avere altre quote oltre a quelle del 5,428% apportate al patto con Volpi e con la Spininvest della famiglia Spinelli.

Entro il 30 novembre un nuovo piano
Proprio ieri sera Carige ha diffuso una nota in cui precisava le indicazioni arrivate dalla Bce tra cui, appunto, quella che Carige «al più tardi entro il 30 novembre 2018» approvi un piano approvato dal consiglio di amministrazione per ripristinare e assicurare in modo sostenibile l'osservanza dei requisiti patrimoniali al più tardi entro il 31 dicembre 2018. Questo piano - sempre secondo le indicazioni delle Banca Centrale Europea -«dovrebbe in particolare valutare l'opzione di un'aggregazione aziendale». Qualora fosse perseguita una soluzione mirata a un'aggregazione aziendale per assicurare in modo sostenibile l'osservanza dei requisiti patrimoniali, la Bce stabilirà un nuovo termine entro il quale al più tardi dovrà essere completata l'osservanza di tutti i requisiti patrimoniali per rispecchiare le esigenze di tale operazione di aggregazione aziendale. Resta ferma - si conclude - la possibilità per Carige di presentare richiesta di riesame amministrativo interno e/o giurisdizionale della decisione alle condizioni ed entro i termini previsti dalla normativa vigente.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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