Andamento titoli
Vedi altroLa notizia della vendita di Versace al marchio americano Micheal Koors è l’ultima conferma della vocazione dei grandi nomi del lusso italiano ad essere più preda che predatore nel mercato globale delle fusioni e acquisizioni.
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Stando a un’elaborazione che Il Sole 24 Ore ha fatto utilizzando la banca dati S&P Market Intelligence - a finire in mano estera nell’ultimo decennio sono 29 aziende del settore abbigliamento. Il controvalore complessivo delle acquisizioni realizzate nell’arco di 10 anni dai big esteri sul lusso italiano ha superato la soglia di 8,8 miliardi di euro.
Nel calcolo sono comprese solo le acquisizioni di maggioranza e sono escluse le fusioni alla pari come quella da 50 miliardi di euro tra Essilor e Luxottica.
Tra i più attivi nella campagna acquisti in italia ci sono i francesi di Lvmh e Kering che, con una capitalizzazione di 153,6 e 57,4 miliardi di euro sono rispettivamente il primo e quarto gruppo al mondo nel settore del lusso. La prima ha messo a segno i due colpi più importanti: l’acquisizione da 4,3 miliardi di euro di Bulgari del 2011 e quella di Loro Piana da 2 miliardi messa a segno nel 2013.
Kering, che controlla anche Gucci, si è invece aggiudicata il marchio di abbigliamento maschile Brioni nel 211 per 568 milioni di euro e la casa di gioielli Pomellato per 300 milioni nel 2013.
Se si fa il percorso inverso e si va a vedere quante acquisizioni hanno fatto all’estero le aziende italiane i numeri sono decisamente più bassi. Si contano infatti 21 acquisizioni per un controvalore complessivo di 926 milioni di euro. L’azienda italiana più attiva all’estero è stata Luxottica con 5 acquisizioni per 355 milioni di euro di controvalore.
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