Risparmio

Spread, come tutelare i risparmi nella tempesta dei mercati

  • Abbonati
  • Accedi
mercati

Spread, come tutelare i risparmi nella tempesta dei mercati

La decisione del governo di fissare la stima sul rapporto deficit-Pil al 2,4% ha scatenato pesanti ondate di vendite sul mercato dei titoli di Stato italiani. Con pesanti ripercussioni sulla Borsa e sulle obbligazioni societarie emesse da banche e aziende italiane.

Questa elevata volatilità rischia di essere una costante sui mercati per tutto il mese. Entro il 15 ottobre il governo dovrà presentare a Bruxelles la legge di bilancio per sottoporla al vaglio comunitario. A fine mese è invece atteso un altro test importante con il giudizio delle agenzie di rating Standard & Poor's e Moody's sul merito di credito del Paese.

La volatilità è una manna per i fondi speculativi abituati a lucrare sui sali-scendi dei mercati. Meno per i risparmiatori che vedono il proprio portafoglio in azioni e obbligazioni ridursi di valore sempre più rapidamente. Che fare in questi casi?

Le tensioni di questi giorni hanno riguardato principalmente il nostro Paese senza innescare un effetto domino su altri mercati come capitato in passato. La crisi italiana in altre parole resta relativamente contenuta e ciò fa si che chi ha un portafoglio ben diversificato per esposizione geografica in questa fase non abbia nulla da temere dato che il mercato finanziario globale fuori dall'Italia è relativamente stabile. Chi rischia di più è chi non ha seguito la regola aurea della diversificazione ed è esposto principalmente sull'Italia. Maggiore è la quota del portafoglio investita in classi di investimento italiane maggiore è il rischio di registrare perdite.

Come limitare i danni? Il consiglio che in genere gli addetti ai lavori danno alla clientela in questa fase è: mai prendere decisioni avventate in preda all’emotività. Meglio piuttosto non fare nulla e attendere che la tempesta sia passata piuttosto che agire d'impulso e combinare danni peggiori.

L'errore più grossolano in questa fase potrebbe essere quello di liquidare i BTp. Le tensioni di questi giorni hanno provocato un netto deprezzamento dei titoli italiani e non è da escludere che nelle prossime settimane la volatilità possa eroderne ulteriormente il valore di mercato. Liquidando ora sull'onda dell'emotività tuttavia si rischia di registrare perdite che si potrebbero evitare tenendo il titolo fino alla sua naturale scadenza.

A differenza degli investitori professionisti che guardano sia al flusso cedolare sia alle oscillazioni di prezzo in ottica di trading l'investitore retail è in genere più orientato a tenere il titolo a scadenza incassando le cedole e in quest'ottica l'impennata di spread e rendimenti può essere vista, al contrario, come un'occasione per portare a casa rendimenti interessanti e certamente al di sopra della media dell'ultimo quinquennio.

Questo ragionamento ovviamente prescinde da altre considerazioni riguardo la sostenibilità del debito, il rischio di insolvenza e quello di una possibile uscita dell'Italia dall'euro. Sebbene remoti questi rischi esistono e chi volesse investire in BTp oggi non potrebbe prescindere dal farci una valutazione.

LO SPREAD BTP ITALIA/BUND SUI DECENNALI NEGLI ULTIMI 5 ANNI
Il differenziale di rendimento dal 2013 a oggi, con lo spread che in apertura ha superato i 300 punti, valore che non toccava da 5 anni

Rispetto ai titoli di reddito fisso il controvalore delle azioni è sempre quello determinato dalle quotazioni di mercato. Ma anche nel caso delle azioni è sconsigliabile vendere ora. Meglio aspettare che le turbolenze passino prima di mettere in atto strategie di portafoglio. Il crollo della Borsa può essere tutt'al più un occasione per comprare a sconto. Evitando magari il settore finanziario, più esposto alle oscillazioni dello spread, e puntando su titoli di aziende con forte vocazione all'esportazione in grado di reggere meglio di altre il rischio Paese.

Qualche considerazione infine va fatta sui mutui, visto che l'acquisto di immobili rappresenta la principale forma di investimento da parte delle famiglie italiane. La domanda che in molti si fanno: il rialzo dello spread farà salire la rata del mutuo a tasso variabile? La risposta è no. Le rate del mutuo sono indicizzate ai tassi euribor il cui andamento non dipende dal mercato obbligazionario ma dalla politica monetaria della Bce. I tassi euribor restano a livelli estremamente bassi e il livello della rata non è destinato a risentirne.

L'aumento dello spread in prospettiva potrebbe avere un impatto sui nuovi mutui perché le banche potrebbero scaricare i maggiori costi di raccolta del capitale alla clientela aumentando gli spread sui mutui. Per il momento non è ancora successo se non in maniera parziale ma se il differenziale tra Italia e Germania dovesse restare alto come in questi giorni un rincaro degli spread sui mutui è da mettere in conto. Per conto è assai probabile che le banche possano alzare la remunerazione dei conti deposito per raccogliere capitale dalla clientela come hanno fatto tra il 2011 e il 2012.

© Riproduzione riservata