Salini Impregilo e Astaldi sono già oggi di gran lunga le prime due imprese di costruzionI in Italia: la prima ha chiuso il 2017 con un fatturato consolidato di 6.107 milioni di euro, la seconda con 3.060, mentre la terza in classifica Pizzarotti segue a distanza con 1.160 milioni (elaborazioni Guamari su dati di bilancio). Insieme, dunque, se dovessere prendere corpo il matrimonio, Salini e Astaldi avrebbero circa 9 miliardi di euro di valore della produzione consolidata, contro gli 1,1 miliardi del secondo in classifica. Tuttavia la gran parte dell'attività dei due gruppi è all'estero: in Italia Salini Impregilo nel 2017 ha fatturato 500 milioni, Astaldi 743 milioni. Insieme, dunque, arriverebbero (a dati attuali) a circa 1,2 miliardi, pari a solo l'1% del valore delle costruzioni in Italia (totale 122,7 miliardi, dati Ance), o pari al 5% se consideriamo solo il mercato dei lavori pubblici (23 miliardi di euro di spesa effettiva, dati Ance).
Nella classifica per fatturato in Italia Salini-Astaldi insieme, con i circa 1,2 miliardi, precederebbero (sempre a dati 2017) le cooperative Cmb con 480 milioni e Cmc con 475, poi Pizzarotti con 458 milioni e Rizzani de Eccher con 159 milioni. Salini e Astaldi insieme, con i nove miliardi di euro di fatturato, salirebbero nella classifica europee dei costruttori dall'attuale undicesima posizione di Salini Impregilo al nono posto (dati Guamari), ma ancora lontani dal vertice. Le prime quattro posizioni nella Top 25 delle società di costruzione europee sono stabili da tre anni, con la francese Vinci prima con oltre 40 miliardi di euro nel 2017 (+5,7%), la spagnola Acs seconda con 34,9 miliardi (+9,1%), la francese Bouygues terza con 25,7 miliardi (+3%), distanziata la svedese Skanska, quarta con 16 miliardi di fatturato (+1,6%). La tedesca Hochtief sarebbe quarta con 22,6 miliardi, ma da alcuni anni è controllata dalla spagnola Acs, nel cui dato (34,9 miliardi) sono consolidati i ricavi di Hochtief.
In termini di fatturato cumulato per “nazionalità”, le imprese francesi sono prime con il 33% dei ricavi delle Top 25, con 81 miliardi di euro, seguite dalle spagnole, 66,5 miliardi (senza contare la tedesca Hochtief, controllata dalla spagnola Aces), pari al 27% del totale. Seguono al terzo posto le imprese svedesi con 26,7 miliardi, l'11% del totale, poco dietro la Gran Bretagna con 23,8 miliardi (il 9,7% del totale). Prima dell'Italia (che ha nella Top 25 del 2017 solo Salini Impregilo con 6,5 miliardi, il 2,6% del totale, che salirebbe al 3,3% sommando Salini e Astaldi) anche le imprese austriache (7,9%) e dei Paesi Bassi (5,0%). Il nuovo gruppo Salini-Astaldi potrebbe (sempre a dati 2017) scavalcare in classifica l'olandese Royal Bam e la spagnola Acciona, sfiorando le dimensioni della britannica Balfour Beatty. Lontana la spagnola Ferrovial con 12,2 miliardi di euro.
«I grandi numeri delle imprese europee - spiega Aldo Norsa, già professore ordinario di Tecnologia dell'architettura allo Iuav di Venezia, curatore dalle classifiche costruttori per «Edilizia e Territorio» (Gruppo 24 Ore) - sono dovuti alla diversificazione da loro operata: si occupano di appalti di lavori ma anche di concessioni; di infrastrutture ma anche di grandi progetti di edilizia privata; di costruzioni ma anche servizi. I grandi fatturati sono dovuti anche a mercati interni più forti, non solo come domanda edilizia complessiva ma anche perché più concentrati come importo delle opere e spesso più chiusi alle imprese straniere».
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)
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