Le turbolenze sui mercati finanziari hanno finalmente risvegliato l’oro, che ieri è balzato di oltre il 2%, il migliore rialzo giornaliero da due anni, superando 1.225 dollari l’oncia.
Con i tassi di interesse reali in aumento, il lingotto sembrava aver perso attrattiva negli ultimi mesi. E anche come bene rifugio era stato trascurato, a vantaggio del dollaro. Ma il tracollo delle Borse ha interrotto la sequenza ribassista.
È una reazione tipica durante le fasi di fuga dal rischio, quando gli investitori cercano protezione per il portafoglio.
Le perdite sui listini azionari sono state molto pesanti: Wall Street ieri ha perso il 2%, dopo aver ceduto oltre il 3% mercoledì, le Borse europee sono ai minimi da 21 mesi e Shangai è andata a picco di oltre il 5%, seguita dalle altre Borse asiatiche. Anche il petrolio e i metalli hanno subito forti vendite.
L’oro, tuttora in ribasso del 10% rispetto al picco di aprile, è riuscito a superare un forte livello di resistenza tecnica, collocato a 1.210 dollari, e questo ha attirato nuovi ordini di acquisto.
Se la bufera sui mercati dovesse continuare, rimane il rischio che i «margin call» costringano una parte degli operatori a liquidare oro per reintegrare le garanzie.
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