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Il Milan cinese archivia rosso da 126 milioni: Mr Li «missing» in…

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CALCIO E FINANZA

Il Milan cinese archivia rosso da 126 milioni: Mr Li «missing» in Asia

Il Milan tra passato e futuro. Il passato parla ancora dell’epoca Yonghong Li, l’intermediario cinese che ha lasciato solo perdite, misteri e un’inchiesta della Procura di Milano come testimonianza del suo passaggio.

Il primo e unico bilancio del Milan di Yonghong Li, che dovrà essere approvato dal nuovo proprietario, il fondo Elliott, durante l'Assemblea dei Soci (25 ottobre), registra infatti un rosso di 126 milioni di euro, nel periodo che va dal 1 luglio 2017 al 30 giugno 2018. “Il risultato netto consolidato - si legge nel documento - evidenzia una perdita di 126 milioni di euro, in aumento di 53 milioni rispetto all'esercizio precedente''. I ricavi sono cresciuti da 212 a 255 milioni, i costi ammontano a 354 milioni, ''in aumento del 22.7% rispetto ai 273.9 del bilancio precedente''. A pesare gli ammortamenti della campagna acquisti dei nuovi giocatori della rosa (fra cui Bonucci, poi rientrato alla Juventus) e l’aumento del monte ingaggi.

C’è da dire che nel frattempo, Yonghong Li è totalmente sparito dalla circolazione: secondo indiscrezioni avrebbe totalmente abbandonato qualsiasi iniziativa legale contro Elliott volta a recupare anche solo una piccola parte dei 400 milioni persi con l'arrivo di Elliott. Infatti l'incarico allo studio legale Eversheds, affidato in luglio, sarebbe stato abbandonato da Mr Li. Che ora sarebbe sparito da qualsiasi radar finanziario. Le ultime tracce quelle, su Istagram, di una grigliata in famiglia qualche mese fa. Restano tutti gli interrogativi su come sia possibile che un investitore perda senza batter ciglio 400 milioni di euro e poi non cerchi nemmeno di recuperarne una piccola parte tramite una causa giudiziaria. Forse all'interrogativo risponderà in futuro la Procura di Milano, che ha avviato già in estate le rogatorie sui conti asiatici di Mr Li.

Ma bisogna anche dire che, con l’avvento di Elliott, il Milan cinese è ormai il passato. Il Milan dopo i recenti rimborsi dei bond, punta ad avere un patrimonio netto di 120 milioni di euro. Un mese fa è infatti stata esercitata l'opzione del rimborso anticipato per i due bond da 128 milioni di euro complessivi quotati al Terzo Mercato della Borsa di Vienna: obbligazioni che erano state sottoscritte proprio con Elliott lo scorso anno. Le obbligazioni sono eredità dell'acquisizione del 2017 di Yonghong Li, quando era stato lanciato un doppio bond da complessivi 128 milioni per rimborsare prestiti bancari da 73 milioni, che erano stati ripagati da Rossoneri Sport Investment Lux, ma anche per reperire parte delle risorse finanziarie necessarie per la campagna acquisti della squadra sotto la gestione di Marco Fassone.

Tutte le opzioni puntano anche a rispettare rispettare i paletti del Financial Fairplay dell'Uefa. Nei giorni scorsi c'è stato anche un cambio manageriale: è uscito il Cfo Valentina Montanari ed è stato nominato direttore finanziario Gianluca D'Avanzo, manager di Blue Skye.

Per ultimo Elliott ha fatto riaprire i rubinetti delle banche, che si erano chiusi con il Milan cinese. Il Milan ha raggiunto un accordo con Unicredit per una linea di circa 100 milioni di euro di factoring. L'accordo sarebbe stato raggiunto nelle passate settimane. Si tratta di un segnale sulla nuova solidità finanziaria del club, sotto la gestione dell'azionista americano Elliott. Le banche hanno ripreso a dare fiducia (e credito) al club, terminata l'epoca del cinese Yonghong Li. Per queste nuove linee potrebbe essere scelto lo strumento del factoring con la garanzia dei futuri introiti da diritti audiovisivi delle prossime stagioni.

Quello del factoring dei diritti tv è una delle strade utilizzate dalle squadre di calcio per incassare in modo anticipato ricavi futuri.


Al lavoro è il presidente del club Paolo Scaroni, in attesa che il primo dicembre il manager Ivan Gazidis prenda ufficialmente posto nella società rossonera come amministratore delegato. Sembra invece ormai sicuro il mancat accordo per il ritorno di Umberto Gandini con la carica di direttore generale.


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