Andamento titoli
Vedi altroRimbalzo generalizzato per Piazza Affari, all'indomani del via libera del Governo Conte al Documento programmatico di bilancio
e al decreto fiscale, e per le altre Borse europee sostenute dal pomeriggio vivace di Wall Street dopo le trimestrali di Goldman
Sachs e Morgan Stanley e l'aumento delle stime sui risultati da parte di United Health e Johnson&Johnson. La giornata di minore
tensione sui titoli sovrani, con lo spread sceso sotto quota 300 punti e il rendimento del decennale a 3,46%, e il ritorno
degli acquisti sui tecnologici (prima dei conti di Ibme Netflix) sono stati alla base della risalita a cui hanno partecipato
i titoli dell'auto e le utility. Tuttavia il settore bancario in Italia in particolare ha tentennato visto che la manovra
del Governo avrà un impatto da 3,3 miliardi sul settore nel 2019. Mentre il FTSE MIB ha chiuso le contrattazioni da primo della classe in Europa con un incremento del 2,23%, in fondo al paniere ci sono soprattutto
istituti di credito (-0,86% Bper, -07% Banco Bpm, -2,4% Mps). Rialzo inferiore a quello del mercato per Intesa Sanpaolo(+1,3%)
e Mediobanca(+1,4%).
Protagonista assoluta sul Ftse Mib, Prysmian (+8,2%) grazie alla soluzione dei problemi al cavo di interconnessione tra Scozia e Galles che dovrebbe diventare operativo
entro l'anno. Balzo anche di Ferragamo e Ferrari(rispettivamente +6,8%) e +6,6%).
Wall Street di corsa dopo conti Goldman e Morgan Stanley
Volata a Wall Street, con i listini americani che hanno chiuso in forte rialzo. Il Dow Jones è salito del 2,15% a 25.794,02
punti, il Nasdaq è avanzato del 2,89% a
7.645,49 punti mentre lo S&P 500 ha messo a segno un progresso del 2,15% a 2.809,83 punti. Wall Street del resto è stata molto vivace dopo la pubblicazione di trimestrali sopra le attese per Goldman Sachs e Morgan Stanley. Nel mese di settembre la produzione
industriale Usa è salita per il quarto mese di fila e leggermente più delle stime. Secondo quanto reso noto dalla Federal
Reserve, il mese scorso la produzione industriale è cresciuta dello 0,3% su agosto, quando ci fu un +0,4% (dato confermato).
Gli analisti attendevano un aumento dello 0,2%. La produzione è salita del 5,1% rispetto al settembre 2017.
Enel spinta da Citi, Atlantia sfrutta ipotesi F2i
Molto vivaci i titoli industriali di Piazza Affari (+4,9% Leonardo, +3,8% Brembo, +3,4% Cnh e +3,3% Fiat Chrysler) mentre
tra le utility è stata Enel (+3,4%) a guidare i rialzi grazie alla raccomandazione positiva degli analisti di Citi e all'operazione
di rafforzamento nel capitale della controllata cilena Enel Americas (di cui ha già il 51,8%) che è in linea con la volontà
di ridurre le quote di minoranza nelle controllate approfittando dei prezzi favorevoli sul mercato. Bene nel comparto anche
Snam (+3,1%) e Terna (+2,8%). Meglio dell'indice di Piazza Affari ha fatto anche Atlantia (+2,7%) approfittando delle indiscrezioni
sui progetti allo studio da parte del fondo infrastrutturale F2i per un possibile ingresso in Autostrade per l'Italia. Fuori
dal Ftse Mib, nuovo balzo di Astaldi (+13%) grazie al proseguimento dei contatti con Salini Impregilo (+3,2%) che potrebbe
intervenire nella ristrutturazione del gruppo di costruzioni romano. In doppia cifra anche Banca
Intermobiliare (+15%). Altro strappo per Carige (+5,6%): la possibilità che gli azionisti di peso possano sottoscrivere interamente
un bond privato per risolvere i problemi di patrimonializzazione nel breve periodo e le prospettive di M&A stanno nuovamente
spingendo le azioni che in tre giorni ha recuperato oltre il 20%.
Prysmian protagonista: riparato cavo collegamento Scozia-Galles
Prysmian è balzata in Borsa di oltre l'8%% dopo l'annuncio che il cavo di collegamento di energia tra Scozia, Inghilterra
e Galles del progetto Western Link é pronto per entrare in funzione. In una nota pubblicata sul sito di Western Link, si specifica
che il cavo è pronto a operare e fornirà inizialmente una capacità di trasferimento dell'energia fino a 2250 MW. Il progetto
ha subito numerosi stop viste le difficoltà tecniche di realizzazione. In occasione della semestrale, a metà settembre, Valerio
Battista ceo di Prysmian, che fa parte del consorzio dei costruttori insieme a Siemens, aveva spiegato agli analisti che la
riparazione dal guasto avvenuto in estate sarebbe stata completata in un mese per poi riavviare la fase di test della linea
che dovrebbe essere completata entro fine anno. In serata la società in una nota ha confermato che il collegamento è ora nella
disponibilità del cliente.
A Londra tonfo dell'8% per i parchi di diventimenti Merlin
Nel resto d'Europa, Madrid e' salita dell'1,69% con Ferrovial in evidenza: il gruppo infrastrutturale ha confermato le indiscrezioni
sulla volontà di esaminare la cessione di parte o di tutta l'attività dei servizi. A Parigi(+1,5%)
comparto Aerospace&Defence in grande evidenza: Airbus ha guadagnato il 4%, Safran è salita del 4,1% dopo l'accordo tra NetJets
e Textron Aviation per 150 aerei con motori Silvercrest prodotti da Safran. A Francoforte (+1,4%) tecnologici in prima fila
(+4,5% Infineon e +3% Sap). Londra (+0,4%) limitata dall'apprezzamento della sterlina a 1,3208 dollari e a 0,8778 per un euro
ma e' il -8% di Merlin Entertainments: la società che controlla Alton Towers e Legoland specializzati nella gestione dei parchi
divertimento, ha fornito i dati sull'andamento del periodo estivo che nonostante un incremento su base annua sono stati, secondo
gli analisti, deludenti.
Spread BTp/Bund scende sotto quota 300
Chiusura in calo per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005340929)
e il Bund benchmark ha varcato al ribasso la soglia dei 300 punti base, chiudendo a 297 punti base dai 305 punti base della
chiusura di ieri. Scende anche il rendimento del BTp benchmark decennale, dal 3,53% al 3,46 per cento.
Euro s9tto gli 1,16 dollari. Petrolio in calo
Euro/dollaro sotto 1,16 sul finale a 1,1590 anche se il biglietto verde Usa ha parzialmente sofferto nel pomeriggio alcuni
indicatori sulle vendite al dettaglio Usa sotto le previsioni. Petrolio piatto a 71,76 dollari al barile nel Wti novembre
e a 80,82 nel Brent dicembre: sotto osservazione le mosse dei grandi esportatori per compensare la riduzione del greggio iraniano,
complici le sanzioni Usa, e resta l'attesa per le stime dell'American Petroleum Institute sulle scorte settimanali americane.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
© Riproduzione riservata