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Agnelli: la Juve diventerà anche una potenza economica

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Agnelli: la Juve diventerà anche una potenza economica

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Il bilancio 2017/2018 ma soprattutto il nuovo assetto di governance e le prospettive future in materia di consolidamento e crescita dei risultati raggiunti sul campo e a livello di bilancio. L'assemblea della Juventus Fc si è aperta a Torino con un lungo discorso del presidente, Andrea Agnelli , che ha ripercorso le tappe di uno sviluppo partito otto anni fa e che ha visto la società passare da un giro d'affari di 200 milioni a ricavi superiori ai 500 milioni, traguardo tagliato negli ultimi due esercizi. L'ultimo, chiuso con una perdita di 19,2 milioni, fotografa il punto di partenza da cui la società intende avviare un nuovo percorso per tenere il passo dei big europei. Una sfida, ha ricordato Agnelli, pari se non superiore a quella avviata nel 2010.

Ora l’obiettivo è «consolidare» la Juventus «come potenza economica e non solo come realtà sportiva crescendo in Cina, Sud Est asiatico e Stati Uniti». E per farlo Agnelli ha dato il via anche a una nuova stagione in termini di assetto di governance, una revisione che passa dall'uscita dei due ceo Aldo Mazzia e Giuseppe Marotta, entrambi ringraziati calorosamente per il lavoro fatto: a Mazzia, infatti, si deve «tutto lo sviluppo immobiliare, compreso lo stadio di proprietà» mentre «la capacità, l'esperienza e la conoscenza di Marotta sono stati fondamentali per la crescita» della Vecchia Signora. Allo stesso tempo, ha sottolineato il presidente, «la grande capacità di Aldo e di Giuseppe ha permesso di costruire una schiera di professionisti» che ora diventeranno i «nuovi leader». Il riferimento è a Fabio Paratici che si occuperà dell'area sport, a Marco Re che terrà le redini dei servizi e a Giorgio Ricci che gestirà l'area ricavi. «Abbiamo fatto una valutazione dei ruoli presenti in azienda, valorizzando le risorse interne, con l'obiettivo di migliorare l’efficienza», ha spiegato al proposito Agnelli.

In questo scenario cambia anche leggermente la compagine azionaria della Juventus. Il club saldamente in mano a Exor, che detiene il 63,76%, ora ha un secondo azionista che è ancora più forte. Si tratta del fondo inglese Lindsell Train che ha portato il proprio pacchetto all'11,3% dall'8,42% dichiarato nella passata assemblea (a luglio era dato attorno al 10%). Lindsell Train gravita da tempo nel mondo del calcio considerato che in passato aveva rilevato quote anche nel Manchester United (la società di calcio con la più elevata capitalizzazione nel mondo) e nel Celtic Glasgow. Nel settembre 2015 uno dei gestori del fondo aveva motivato l’investimento della Juventus sottolineando che la società era trattata a sconto rispetto ai competitor europei. Da allora il titolo è salito, nonostante la recente flessione, complice l'effetto Ronaldo e le nuove prospettive in termini di fatturato. A riguardo Agnelli ha spiegato che lo stadio non può essere ampliato e ad oggi ha una saturazione media del 97%. Per questo si andrà a guardare anche altrove per far crescere il giro d’affari. Ed ovviamente una voce rilevante sarà il merchandising. In proposito Giorgio Ricci ha spiegato che l'andamento recente è stato “molto positivo, più del previsto”. Di fatto sono già andati esauriti tutti gli stock di magliette, che normalmente vengono programmati con 18 mesi di anticipo. Così la Juventus ha dovuto chiedere allo sponsor Adidas “quantità aggiuntive molto significative”. D'altra parte «sui canali diretti sono stati rilevati numeri doppi rispetto alla scorsa stagione». Ancora una volta si guarda all’effetto Cristiano Ronaldo.

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