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Amazon e Alphabet, la crescita frena e delude nonostante il pieno di profitti. Titoli in picchiata

NEW YORK - Bilanci, a conti fatti, men che brillanti per due leader dell'economia digitale. Amazon e Alphabet hanno entrambe riportato ieri sera performance trimestrali che hanno continuato a sfornare ingenti profitti, ma hanno evidenziato anche frenate della loro crescita. Altrettanto vero, accanto al pieno di utili, è infatti il clima di delusione che ha circondato le loro entrate. Un'imprevista dimostrazione di debolezza che minaccia di generare nuova pressione su titoli gia' di recente al centro di ribassi e tensioni in Borsa.

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Sia Amazon che Alphabet nei primi scambi a Wall Street hanno accusato forti ribassi (parzialmente recuperati nel prosieguo, in una seduta ad alta volatilità): oltre -9% la società guidata da Jeff Bezos e - 3,5% la controllante di Google. Nettamente in rosso anche le altre del gruppo Faang, da Facebook a Netflix ad Apple. Un andamento che contribuisce a mettere in discussione la leadership a Wall Street del comparto hi-tech dopo anni di exploit.

Amazon
Il colosso dell'e-commerce e dei servizi cloud per il business ha riportato utili trimestrali record per 2,9 miliardi di dollari, pari a 5,75 dollari per azione contro i 3,08 dollari previsti dagli analisti. Le entrate del terzo trimestre sono state di 56,6 miliardi, un rialzo dai 43,7 miliardi precedenti ma al di sotto dei 57,1 miliardi anticipati dal mercato. Non basta, quando si tratta di dati preoccupanti: il gruppo di Jeff Bezos ha reso note previsioni modeste e deludenti per il trimestre in corso, quello che copre la cruciale stagione per gli acquisti delle feste di fine anno.

Amazon prevede adesso revenue comprese tra i 66,5 e i 72,5 miliardi, mentre gli esperti in media anticipavano finora 73,8 miliardi. Un simile esito rappresenterebbe un incremento tra il 10% e il 20% sull'anno scorso, nettamente meno del 30% riportato nel quarto trimestre del 2017 e ripetuto anche nei seguenti trimestri, compreso quest'ultimo che ha visto comunque una crescita del 29,7 per cento.

Il bilancio è stato trainato, negli ultimi tre mesi, dall'attivita' di retail, potenziata dall'acquisizione della catene di supermercati di fascia alta Whole Foods, e dai servizi di cloud della divisione Aws. Il segmento retail ha generato entrate per 49,9 miliardi, con 34,35 miliardi in Nordamerica e 15,5 miliardi sui mercati internazionali. Aws ha portato in dote 6,7 miliardi di revenue e soprattutto due miliardi di profitti operativi.

Alphabet
Il gigante dei motori di ricerca e della pubblicita' online ha messo a segno profitti nel terzo trimestre per 9,19 miliardi di dollari, pari a 13,06 dollari per azione contro i 10,42 dollari previsti. E al tesoro di utili ha contribuito, con ben 1,38 miliardi, il portafoglio di investimenti del gruppo. Le revenue si sono tuttavia fermate a 33,74 miliardi, seppur in rialzo del 21% dai 27,77 miliardi di un anno fa. In particolare, esclusa la porzione di entrate versata a terzi che dirottano traffico verso il grande search engine Google, le entrate sono state di 27,16 miliardi, inferiori ai 27,32 miliardi pronosticati. Gli analisti hanno sottolineato che Google potrebbe soffrire anche di una erosione del suo core business da parte di Amazon, sempre piu' utilizzata direttamente dagli utenti per ricerche relative a prodotti. Amazon ha cominciato a vendere pubblicita' sul suo sito.

L'attivita' raccolta in Google Other, che comprende la piattaforma cloud, i cellulari Pixel, gli speaker Google Home e il Play Store, ha visto il fatturato crescere a 4,64 miliardi da 3,59 miliardi, a sua volta meno dei 4,81 miliardi attesi alla vigilia. La divisione Other Bets, che include le scommesse piu' rischiose, ha aumentato le perdite a 727 milioni da 650 milioni mentre le entrate sono lievitate a 146 da 117 milioni.

Sempre ieri, Alphabet ha inoltre risentito della scoperta che alcuni influenti executive erano stati protetti da accuse di molestie sessuali e allontanati con generose buonuscite, a cominciare dal creatore del sistema operativo Android, Andy Rubin, che ricevette un “pacchetto” di 90 milioni. In serata l'azienda ha rivelato di aver allontanato per abusi 48 dipendenti negli ultimi due anni.

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