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Per Wall Street ottobre peggior mese dal 2009. Ecco i tre motivi che…

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Per Wall Street ottobre peggior mese dal 2009. Ecco i tre motivi che spingono giù le borse americane

NEW YORK -Nonostante i buoni dati sul Pil Usa del terzo trimestre aumentato del 3,5%, oltre le stime, per i mercati finanziari americani la giornata di venerdì è stata una giornata da dimenticare. Spinta da un'ondata di vendite che ha travolto i titoli tecnologici, per allargarsi al listino dei titoli industriali: Nasdaq -2%, Dow Jones -1,2%, S&P 500 -1,7%. Il mese di ottobre per gli investitori, i “grandi”, gli istituzionali, le banche, i fondi, ma anche per lo sterminato popolo dei piccoli azionisti e dei risparmiatori si sta rivelando un vero e proprio bagno di sangue: il peggiore mese per la Borsa Usa dai tempi della crisi finanziaria. Con l'indice Dow Jones che in poche settimane ha azzerato i guadagni di un anno. Ecco i tre motivi che spingono Wall Street giù.

Fine dei Qe e war trade
In generale gli investitori mostrano un crescente timore per le mosse delle banche centrali che stanno diminuendo i loro programmi di stimolo dell'economia con gli acquisti straordinari di titoli di stato, nonostante i segnali di rallentamento delle economie mondiali, e le crescenti tensioni geopolitiche per la guerra fredda commerciale di Trump, la Brexit, lo spread italiano, le prossime sanzioni all'Iran. A fronte di un aumento dei rendimenti dei titoli di stato americani delle ultime settimane che ha superato quello dei listini azionari e causato una rotazione tra azioni e bond che di certo non ha aiutato a conservare un quadro di stabilità dei mercati finanziari che fino a inizio di ottobre - in pratica senza interruzioni dall'elezione di Trump, novembre 2016 - hanno continuato a correre senza sosta.

La fine dell'era degli stimoli monetari da parte delle banche centrali, riconfermata questa settimana anche da Mario Draghi per la Bce da gennaio, ha spostato gli acquisti degli investitori dalle azioni alle obbligazioni. Ai timori per le scelte delle banche centrali si sono aggiunti i risultati di alcune trimestrali di società americane, giganti come Harley-Davidson, Caterpillar, Ford, più esposte ai venti di crisi per i dazi, che hanno mostrato i primi pesanti contraccolpi della war trade nei loro conti. Fed e Bce cercano di normalizzare le loro politiche monetarie, mentre si cominciano a vedere i primi effetti negativi della guerra dei dazi. Una fase nuova per i mercati ribattezzata da più d'uno: “La tempesta perfetta”.


Dati in % (Fonte: FactSet)

La frenata tech
Secondo motivo dello scrollone sui mercati è l'ondata di vendite sui titoli hi-tech. Da anni principale driver della crescita azionaria a Wall Street. I conti di Amazon diffusi giovedì a mercati chiusi con delle stime più prudenti sulla prossima stagione dello shopping natalizio hanno fatto crollare il titolo del colosso dell'e-commerce che oggi ha perso il 7,8%, peggiore tonfo per la società dell'uomo più ricco del mondo da due anni a questa parte. Che si è accompagnato al calo di Alphabet (-1,8%), la holding di controllo di Google, dopo conti trimestrali meno brillanti del solito.

I due titoli hanno spinto l'indice Nasdaq verso un deciso calo: -2,07%. Da ottobre l'indice dei titoli tecnologici di Wall Street ha perso circa l'11% del suo valore. Si tratta del peggiore mese dal novembre 2008. Un'altra decisa correzione per le azioni del comparto tecnologico. Partita con il crollo delle azioni dei produttori di semiconduttori, un mercato molto esposto ai problemi delle guerre commerciali tra Stati Uniti e Cina. Che si è spostato nei giorni scorsi ai cosiddetti Fang, i quattro titoli leader del comparto: Facebook, Amazon, Netflix e Google. Netflix è il titolo che ha mostrato la maggiore volatilità: il 24 ottobre ha perso il 9,4% in una sola seduta, nonostante i buoni conti di pochi giorni prima. Oggi ha lasciato sul floor di Wall Street un altro -4,2%. Occhi puntati sui prossimi conti trimestrali di Facebook il 30 novembre e Apple il primo novembre. Molti analisti e trader si spingono a dire che forse è arrivato il momento giusto per comprare titoli tech.

Twin peaks
Lo S&P 500 mostra più di tutti la correzione in atto sui mercati finanziari. Nel mese di settembre ha continuato a ritoccare, seduta su seduta, i suoi valori massimi. Dal record del 21 settembre a oggi ha perso oltre il 10% del valore. Nel solo mese di ottobre l'indice delle prime 500 società americane ha perso l'8,4%: peggiore performance mensile da febbraio 2009. La stessa cosa era avvenuta all'inizio dell'anno: Wall Street a gennaio continuava a ritoccare i massimi. Mentre a febbraio aveva riportato cali simili a quelli di questo mese di ottobre per via dei timori crescenti di un aumento dell'inflazione. Un report di Rbc Capital sulla strategia azionaria Usa fa notare che questo modello dei due massimi storici, le due cime, i due picchi, chiamato “Twin peaks”, si è verificato allo stesso modo nel 1999 prima della crisi della new economy e nel 2007 prima della crisi subprime. Insomma starebbe succedendo di nuovo. Le luci di allarme lampeggiano già. Questo non vuol dire che la correzione continuerà anche nel 2019. Ma per un po', dicono, si resterà sull'ottovolante.


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