Quando Cristiano Ronaldo, il giocatore forse più forte ma sicuramente il più pagato nella storia del calcio, alza le braccia a mo’ di applauso verso le tribune dell’Old Trafford, il tempio del calcio mondiale casa del Manchester United, dove il cinque volte Pallone d’Oro e oggi stella di punta della Juventus ha esordito, lo stadio risponde con un boato di gratitudine.
Stasera, all’Allianz Stadium, toccherà a Paul Pogba, il top player dei Red Devils arrivato da Torino, ricevere un simile omaggio dai tifosi bianconeri, il club che lo ha lanciato tra le stelle del calcio mondiale. Corsi e ricorsi tra Juventus e Manchester non si limitano solo al campo. Torino e Manchester, due città accomunate da passato industriale e clima nebbioso, sono legate anche da interessi finanziari .
C’è un tifoso «bigamo» che stasera, a Torino, esulterà comunque vada lo scontro tra due big del calcio europeo per la vetta del girone di Champions League. Si chiama Lindsell Train ed è un fondo di investimento di Londra: è azionista della Vecchia Signora e dei Red Devils; ed è socio d’affari con due delle famiglie più in vista d’Europa: da una parte gli Agnelli, dall’altra i Glazer. Unica differenza, la storia: gli Agnelli sono da 121 anni i proprietari del club (record mondiale di longevità), mentre i Glazer solo da 10 anni hanno preso in mano lo storico club inglese nato a fine ’800.
Nome praticamente sconosciuto in Italia, dove la Juventus è il suo unico investimento, il fondo inglese è specializzato in entertainment e sport, soprattutto club di calcio (oltre a Juve e Manchester, pure il glorioso Celtic Glasgow). Il primo piede a Torino, i londinesi lo hanno messo nel 2012, comprando il 2%, ma all’epoca sembrava soltanto un piccolo chip di un fondo di investimento, uno dei tanti piccoli azionisti. Nessuno ci fece caso più di tanto.
Il tempismo del fondo si incrociò con un altro snodo per il club: pochi giorni dopo il loro ingresso, i libici di Lafico dissero addio alla Juve. Il fondo sovrano di Muhammar Gheddafi, che negli anni 70 era corso in aiuto della Fiat, vende il suo pacchetto perché nel caos post-colonnello vende tutte le partecipazioni finanziarie.
In 15 anni Lindsell ha man man costruito una posizione di peso sul club e oggi è un socio forte del club: con l’11,3% è il secondo azionista dietro ad Andrea Agnelli. La notizia è emersa due settimane fa all’assemblea della Juventus, ma Lindsell ha giocato su entrambi i tavoli: mentre arrotondava la quota nei bianconeri è diventato il primo azionista del Manchester United. In estate ha comprato il 5% del club allenato da Josè Mourinho e ora ha in mano il 26%, un investimento che vale 236 milioni di dollari (la famiglia Glazer ha il 60% ma solo di azioni di categoria B, che danno diritto di voto ma non contano agli effetti dell’azionariato). I Red Devils in Borsa sono l’esatto opposto della Juve:una public company, dove il grosso del capitale è in mano a hedge fund. La Juve è invece saldamente in mano alla Exor con il 63%.
Paul Pogba o Cristiano Ronaldo, Lindsell ha fatto l’affare: la Juve ha sfondato quota 1 miliardo di capitalizzazione(+27% in un anno) e il Manchester ha il record mondiale di ricavi (oltre 600 milioni di euro). Chissà che ora Lindsell non punti a pesare di più nella Juve. Con quell’11% di capitale gli inglesi potrebbero anche bussare alla porta del cda della Continassa, reduce dall’addio dell’ad Beppe Marotta, non riconfermato al vertice. L’occasione è andata persa, però: proprio all’assemblea di ottobre il club di Andrea Agnelli eleggeva il nuovo board. E Lindsell non ha presentato nessuna lista. Fra 3 anni chissà.
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