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Genish in Tim, da uomo della provvidenza a licenziato

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Genish in Tim, da uomo della provvidenza a licenziato

È durata poco più di un anno l'avventura di Amos Genish alla guida di Telecom Italia. Un anno vissuto “pericolosamente” si direbbe, con un approdo nella Telecom ancora guidata da Vivendi per sostituire Flavio Cattaneo accompagnato da parole al miele dell'allora presidente Arnaud de Puyfontaine. «Un grande capo una grande esperienza nelle telecom», commentò de Puyfontaine esattamente il 28 settembre 2017, quando all'unanimità il consiglio d'amministrazione cooptò in Cda Genish nominandolo amministratore delegato e conferendogli le deleghe esecutive.

Finisce così, con una comunicazione mattutina arrivata con un Genish “contumace”, in viaggio in Cina e Corea per incontrare partner e aziende con cui Telecom intende portare avanti il suo cammino per entrare nell’era del 5G. Una comunicazione che comunque segue mesi di indiscrezioni e conclude l'avventura del manager israeliano che sicuramente paga i contrasti fra il Fondo americano Elliott salito sulla tolda di comando e una Vivendi che resta pur sempre il primo azionista di Telecom, determinata a dare battaglia come dimostrano i primi commenti.

«La priorità – scrisse in una lettera inviata ai dipendenti Tim a caldo, dopo la nomina alla guida dell’azienda – è trasformare il gruppo in una Digital Telco, la DigiTim» e «ragionare come una one company, avere una visione chiara e le competenze necessarie per conquistare un ruolo di primo piano nell'ecosistema digitale». Missione purtroppo non riuscita con una Telecom che in questo anno e passa ha perso valore in borsa e non è riuscita a continuare a investire con i ritmi precedenti. È chiaro che la divisione a livello di governance non ha giovato.

Eppure, come detto, Genish era arrivato alla guida dell'incumbent delle tlc preceduto dalla fama di uomo di lungo corso della telefonia. È stato cofondatore e ceo di Global Village Telecom (Gvt) operatore alternativo con asset in fibra che Genish ha portato all’Ipo. Gvt è poi stata venduta a Vivendi e poi nel 2014 alla spagnola Telefonica, vincendo peraltro la concorrenza di Tim Brasil. In questo quadro, non poco si era parlato all'inizio di un arrivo in Telecom del manager – che all'incarico è arrivato passando da inizio 2017 attraverso l'incarico di chief convergence officer in Vivendi – proprio per gestire Tim Brasil.

Quelli in Tim per Genish sono poi stati mesi difficili, caratterizzati dalla vicenda Sibony sugli acquisti, ma che da questo punto di vista sono arrivati a un accordo con i fornitori in estate per un abbassamento dei prezzi, ritenuto più consono. C'è stata poi tutta la partita sindacale conclusa con l'accordo di giugno sulla solidarietà. Ma alla fine, sullo sfondo e in continuazione già da inizio 2018, solo 3 mesi dopo l’approdo alla guida di Telecom, è stata abbastanza una costante il tema del ricambio e della sostituzione di questo manager dall’infanzia a Netanya che ha combattuto anche come capitano nella prima guerra del Libano.

Non poche volte in questi mesi a Genish è stata però rimproverata una scarsa presenza in azienda. E per motivare le accuse sempre più spesso venivano tirati in ballo i continui viaggi a Londra (dove vivono moglie e figli) e Brasile. Rilievi sempre rispediti al mittente dal diretto interessato al quale, a ogni modo, è stata anche attribuita una mancanza di esperienza in Europa e soprattutto alla guida di un ex incumbent.

Quella del ricambio di Genish in questi mesi è stata tuttavia una voce costante tanto al punto che che lo stesso Genish in un incontro con i giornalisti a giugno si spinse a dire che «in Cda c’è chi rema contro». Apriti cielo, ma una retromarcia e un'azione diplomatica importante del presidente Conti hanno evitato il peggio. A settembre lo stesso Conti, in un'intervista a Cnbc, descriveva Genish come l'uomo giusto per guidare Telecom, pur richiamando alla necessità di risultati. Ma solo la scorsa settimana, alla presentazione dei conti trimestrali, Tim ha dovuto subire una svalutazione di 2 miliardi degli asset domestici e lanciare un profit warning sul rapporto debito-ebitda. Oggi la comunicazione del ricambio al vertice.

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