Deliberata sottostima dei compensi ricevuti nei report alle autorità di Borsa e utilizzo a fini personali di asset aziendali:
per questo il mitico top manager Carlos Ghosn sta per finire arrestato e per perdere il posto di timoniere alla Nissan e con
tutta probabilità anche alla Renault.
Finisce dunque nel modo peggiore l'era del dirigente franco-libanese-brasiliano alla Nissan, di cui è presidente: l'uomo che
salvò la casa giapponese prendendone le redini quasi 20 anni fa come Ceo (carica che ha tenuto fino all'anno scorso) sta per
essere arrestato a Tokyo ed è già stato completamente scaricato dalla società. Un vero terremoto del tutto inatteso anche
in Borsa, dove sono stati oggetto di una pioggia di vendite sia il titolo Nissan sia quello di Renault, di cui lo stesso Ghosn
è presidente e Ceo , posizionandosi come il perno dell'alleanza franco-giapponese (uno dei pochi raggruppamenti considerati
di successo nel settore auto).
Indagine interna da mesi
La notizia è stata anticipata dal quotidiano Asahi. Ghosn sotto interrogatorio da parte degli inquirenti a Tokyo in attesa
di essere arrestato, con il sospetto di violazione delle normativa finanziaria sulle attività di trading. In giornata la Nissan
ha spiegato con un comunicato che, in seguito a una soffiata interna, da parecchi mesi stava conducendo una indagine interna
riguardante possibili comportamenti illeciti da parte di Ghosn e di Greg Kelly, uno dei Representative Director. Dai risultati
dell'inchiesta interna è emerso, ha dichiarato la società, che sia Ghosn sia Kelly hanno reso noto nei “securities report”
alle autorità della Borsa di Tokyo un ammontare di compensi inferiore a quello reale percepito. Inoltre sono state riscontrati
numerosi altri significativi atti di “misconduct”, come l'”utilizzo personale di asset della società” da parte di Hosn, mentre
il “profondo coinvolgimento” di Kelly ha trovato conferme. E' stata proprio la Nissan ad allertare la procura di Tokyo, promettendo
di “continuare a collaborare pienamente” con le indagini penali. Il Ceo Hiroto Saikawa sta per proporre al Board la rimozione
immediata di Ghosn da Chairman e Representative Director e di Kelly da Representative Director.
Nissan “si scusa profondamente” per le gravi preoccupazioni causate agli azionisti e “continuerà a operare per identificare
i problemi di governance”, prendendo misure appropriate.
Ghosn era diventato un mito in Giappone e nel mondo dopo che fu inviato da Renault a guidare la Nissan nel quadro dell'alleanza
tra le due società, il cui destino ora non appare scontato. L'elevato ammontare dei suoi compensi (9,2 milioni di euro nell'anno
finale come Ceo alla Nissan, oltre ai 7,4 milioni di euro percepiti da Renault nel 2017) aveva contribuito a ridimensionarne
la popolarità in Giappone.
Risultati contradditori per Nissan
Risultati finanziari contraddittori per Nissan nell’anno fiscale terminato lo scorso 31 marzo 2018. Grazie soprattutto alla riforma fiscale americana dell’amministrazione Trump e a vendite mondiali solide, la casa nipponica ha registrato un utile netto in crescita del 12,6% rispetto all'esercizio precedente a 746,9 miliardi di yen (circa 6,8 miliardi di dollari), mentre i profitti operativi hanno accusato una flessione del 22,6% a 574,8 miliardi di yen per un margine operativo in discesa al 4,8%. Positiva l’evoluzione del giro d’affari, che ha registrato un incrmento del 2% a 11.951 miliardi di yen, mentre le immatricolazioni globali che sono aumentate del 2,6% per un totale 5,77 milioni di esemplari.
Per l’anno fiscale in corso, invece, Nissan prevede di chiudere l’esercizio con profitti in calo per gli elevati costi dei materiali e per le sfavorevoli fluttuazioni monetarie, l'utile netto calerà a 500 miliardi di yen e i profitti operativi scenderanno del 4,5%.
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