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Tensione sui BTp: il tasso a 10 anni vola oltre il 3,7% al top dal…

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centeno: dubbi sull’italia

Tensione sui BTp: il tasso a 10 anni vola oltre il 3,7% al top dal 2014

Andamento titoli
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Torna ai massimi la tensione sui titoli di Stato italiani mentre si avvicina la data di mercoledì 21 quando la Commissione pubblicherà il suo parere sulle leggi di bilancio dei Paesi sotto osservazione tra cui, in prima fila, c’è proprio l’Italia. Le avvisaglie non sono buone. Da un lato c’è un governo italiano che non è disposto ad arretrare sul tema del deficit. Dall’altro i partner europei che non transigono sul rispetto delle regole e sono pronti a varare una procedura di infrazione contro il nostro Paese.

Il muro contro muro non favorisce l’allentamento della pressione sui BTp. Che resta elevatissima. Lo spread (qui l’andamento in tempo reale del differenziale Italia-Germania) è balzato questa mattina a quota 336 punti base riportandosi sui massimi da metà ottobre mentre il rendimento del BTp è volato oltre quota 3,71% come non accadeva dal 2014. Tensioni si sono viste anche sui tassi a breve con il rendimento del BTp biennale risalito oltre quota 1,42% vicino ai picchi dell’1,5% toccati il mese scorso. Come da copione le vendite sui BTp hanno avuto come conseguenza pesanti ribassi sui titoli di banche e assicurazioni che sono i soggetti più esposti al rischio Italia visto l’elevato ammontare di titoli italiani che hanno in portafoglio.

Le preoccupazioni sull’esito dello scontro con l’Europa continuano ad alimentare la volatilità dei nostri titoli di Stato. «Le oscillazioni di rendimenti e spread sono estremamente elevate e ciò spinge gli investitori a pretendere un maggior premio di rischio per detenere BTp» spiega Steven Major, capo analista per il reddito fisso di Hsbc. L’incertezza, si sa, non piace agli investitori istituzionali e non c’è da stupirsi se anche a settembre (un mese durante il quale lo spread è sceso) i fondi esteri abbiano ridotto, seppur marginalmente, la loro esposizione sul rischio Italia. Ma anche ai piccoli risparmiatori restano freddi come dimostrano i deludenti dati sulla raccolta di BTp Italia, i titoli indicizzati all’inflazione destinati alla clientela retail.

Le vendite sui BTp sono favorite da un contesto di generale avversione al rischio sui listini globali dopo il crollo dell’indice tecnologico NASDAQ 100 che ha perso il 3,26 per cento. Al nuovo sell-off sul settore tecnologico, già reduce da settimane difficili (-6,5% il calo dell’ultimo mese), ha contribuito in primo luogo la prima società per capitalizzazione al mondo, Apple (ieri in calo dell 3,98% sulla notizia che molti fornitori stanno segnalando un calo di ordinativi sulla produzione di nuovi iPhone) e le tensioni sul settore dei semiconduttori che potrebbe finire vittima della guerra dei dazi.

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