Andamento titoli
Vedi altroChiusura contrastata per le Borse europee (seguine qui l'andamento) , con gli investitori attenti al nuovo tonfo del prezzo del petrolio (il calo di oltre il 5%) e all’andamento fiacco di Wall Street, aperta solamente per metà giornata all’indomani del Thanksgiving. Sono stati messi sotto la lente anche i dati deludenti sull’attività economica europea, oltre che la conferma della frenata del Pil tedesco del terzo trimestre, in ribasso dello 0,2% rispetto ai tre mesi prima.
Milano, a fine seduta, ha vantato la performance migliore, beneficiando delle ipotesi di una ripresa delle trattative tra Roma e Bruxelles per rimodulare la Legge di Bilancio e scongiurare la procedura di infrazione. Il FTSE MIBha guadagnato lo 0,6% e lo spread ha chiuso stabile in area 307.
Nella settimana del no Ue, il Ftse Mib «contiene» le perdite allo 0,87%
Nella settimana del no dell’Unione europea alla Legge di Bilancio proposta dal Governo Conte, Piazza Affari ha vantato la
performance migliore d’Europa, arginando le perdite allo 0,87%. L’ipotesi che si aprano spiragli per intavolare nuove trattative
tra Roma e Bruxelles ha consentito al Ftse Mib di ridurre i danni, che invece si profilavano a inizio settimana. Anche lo
spread, sebbene nei giorni scorsi abbia raggiunto un picco al di sopra dei 330 punti, ha chiuso a 307 punti, in calo dai 311
di una settimana fa. In cinque sedute Parigi ha perso l’1,56%, Madrid l’1,55% e Francoforte l’1,3%. Londra, nell’attesa della
firma dell’accordo definitivo per la Brexit, ha perso lo 0,84%. A Milano l’ipotesi di una ripresa delle trattative tra Roma
e Bruxelles ha dato ossigeno alle azioni delle banche. Così Banco Bpm è stata la migliore, svettando con un rialzo del 7,7%. Sono comunque andate bene anche le Brembo (+4,88%) e le Enel (+4,5%). Lo scivolone del valore del greggio, che in una settimana è precipitato del 12,2%, ha tenuto
sotto scacco i titoli oil. Saipem ha accusato la performance peggiore del Ftse Mib in retromarcia del 15,78%. Sono inoltre
andate male le Tenaris (-5,9%). Tra i peggiori del listino anche le Luxottica (-6,66%) a pochi giorni dalla chiusura dell’offerta
pubblica di acquisto di EssilorLuxottica, in calendario il 28 novembre.
Dati macro europei deludentisotto i riflettori
Tornando alla cronaca di giornata, le Borse europee hanno registrato un andamento volatile e fiacco per tutta la giornata,
risentendo delle preoccupazioni per il rallentamento dell’economia europea. In effetti è emerso che l'indice Pmi manifatturiero
nella zona euro a novembre è sceso a 51,5 punti dai 52 di ottobre. E’ peggiorata anche l’attività dei servizi con l’indice
che si è portato da 53,7 di ottobre a 53,1. Quello composito è peggiorato a 52,4 punti dai precedenti 53,1 punti. In più sempre
oggi è stato confermato che in Germania è il pil è calato dello 0,2% nel periodo luglio-settembre rispetto al trimestre precedente,
anche se su base annua rimane in rialzo dell'1,1%. Piazza Affari è stata favorita dall’apertura del premier, Giuseppe Conte,
a una rimodulazione della legge di bilancio.
Bene le banche, Unicredit in prima fila
L’andamento dei titoli di stato ha di nuovo dato ossigeno ai titoli delle banche, con Unicredit in prima fila in rialzo del 2%. Anche Intesa Sanpaolo ha registrato un rialzo dell'1%. Sul finale hanno frenato però le ex popolari, conUbi Bancai che ha ridotto i guadagni allo 0,8%, Banca Pop Er stabile e Banco Bpmin ribasso dello 0,5%.
Sotto la lente Telecom
Per tutta la giornata sono rimaste sotto la lente le azioni di Telecom Italia (+2,9%) e Mediaset (+2%) sull'ipotesi di una accelerazione nel riassetto del gruppo tlc con lo scorporo delle attività dei servizi telefonici
e l'eventuale formazione di un asse con gruppi media. Il Sole 24 Ore ha scritto che è allo studio della compagnia lo scorporo
non più della rete, ma delle attività dei servizi. In tal modo sarebbe più agevole una combinazione con un gruppo di contenuti
media come ad esempio Mediaset. Equita si è già spinta a ipotizzare che la società dei servizi abbia al suo interno tutte
le attività commerciali (retail) e il controllo di Tim Brasil, mentre la società della rete controlli le attività wholesale
(incluso probabilmente Sparkle) e probabilmente Inwit. Dopo la separazione, sempre secondo Equita, la "Tim servizi" avrebbe
un azionariato speculare a quello attuale di Tim, quindi con Vivendi come azionista di riferimento, mentre la "Tim Rete" potrebbe
avrebbe Cdp come socio di riferimento e Vivendi come secondo azionista, visto che probabilmente verrà fusa Open Fiber.
In risalita Pirelli, St sotto la lente, giù i petroliferi
Pirelli & C(+1,55%) ha proseguito nella sua fase di risalita iniziata dopo la diffusione dei conti del terzo trimestre, lo scorso 14
novembre. In più oggi a movimentare le azioni sono state anche le indiscrezioni su un possibile ritorno di Intesa Sanpaolo
nella compagine dei soci italiani di Pirelli (la maggioranza relativa è nelle mani di ChemChina) riuniti nella holding Camfin.
Quest'ultima è da qualche settimana in fase di riassetto dopo la fine del periodo di lock up sulle azioni Pirelli (a 12 mesi
dalla quotazione) e la decisione di quasi tutti gli aderenti di mantenere in vita il veicolo che riunisce al momento l'11,4%
del capitale di Pirelli. Se dalla compagine si sfileranno a breve la famiglia Acutis e il fondo Manzoni (dove è presente Intesa
Sanpaolo), la stessa banca - secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore - potrebbe tornare a essere della partita acquistando
quote dirette di Camfin. Anche Unicredit potrebbe rimanere tra i soci. Se il ritorno di Intesa si concretizzasse, sottolinea
Equita Sim, «rafforzerebbe la struttura finanziaria anche in vista dell`annunciato acquisto fino al 2% di Pirelli (che ai
prezzi di mercato vale oltre 120 milioni)». Dopo un'iniziale debolezza, hanno chiuso in progresso dello 0,69% le Stmicroelectronics, nonostante le indiscrezioni relative a un possibile taglio dei prezzi degli iPhone in Giappone. il calo del greggio ha
invece pesato su Eni (-1,79%), Saipemem -2,9%) e Tenaris (-1,8%). Sono andate in controtendenza anche le Unipol (-0,97%) e le Snam Rete Gas (-0,65%).
Salini sotto la lente, si sgonfia Tiscali
Fuori dal paniere principale, Salini Impregilo(+1,3%) si è allontanata dai minimi degli ultimi sette anni toccati nei giorni scorsi, sulla notizia che l'agenzia di rating
Dagong ha confermato il rating di lungo termine sul gruppo romano di costruzioni a "BB+", pu cambiando l'outlook da "stabile"
a "in evoluzione". Si sono invece sgonfiate del 20% leTiscali dopo la corsa dei giorni scorsi. La società ha comunicato i conti del primo semestre: ha accusato una contrazione della
base clienti a 697 mila unità (circa -50mila unità rispetto a Dicembre 2017), una riduzione dei ricavi del 10,9% a 92,4 milioni
e una conseguente contrazione dell’ebitda del 37,3% a 9 milioni. I risultati operativi ed economici, ha sottolineato l'azienda,
sono stati influenzati dal forte rallentamento delle attività commerciali e operative a seguito del focus aziendale sulla
chiusura dell'accordo con Fastweb. Il risultato netto positivo, pari a 3,3 milioni (contro quello del primo semestre 2017
a 24,5 milioni, influenzato però dalla plusvalenza per la cessione del ramo d’azienda Business), è stato realizzato grazie
ad imposte anticipate per 26
Euro debole sotto 1,14 dollari
Euro debole (qui i cross) dopo i dati europei che mostrano un rallentamento dell'economia del Vecchio Continente. La moneta unica si è allontanata
dalla soglia di 1,14 dollari.
(Il Sole 24 Ore Radiocor )
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