Risparmio

Libretti al portatore da chiudere entro l’anno, ma attenti ai costi

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Servizio |depositi bancari e postali

Libretti al portatore da chiudere entro l’anno, ma attenti ai costi

Ultimo avviso ai possessori di un libretto al portatore. Entro il prossimo 31 dicembre il portatore deve presentarsi agli sportelli della banca o agli uffici postali che hanno emesso il libretto per chiuderlo e incassare il saldo in contanti o versarlo su un altro conto. A fine 2018 cala definitivamente il sipario su uno strumento utilizzato nel corso degli ultimi decenni soprattutto per versare il deposito cauzionale per l’affitto di un appartamento. Inoltre i libretti al portatore venivano aperti da nonni e donati ai nipoti, così come dai padri ai figli, in occasione di festività e ricorrenze. E sopra poi ci affluivano anche le mance dei compleanni. In più, però, c’era chi li utilizzava per trasferire denaro, più o meno legalmente, senza lasciare troppe tracce.

Il giro di vite

Ed è per questo motivo che negli ultimi anni è stato previsto dal legislatore un drastico giro di vite sui libretti al portatore, riducendo via via l’importo massimo depositabile fino ad arrivare alla loro definitiva uscita di scena prevista per fine 2018. Il tutto in un’ottica di trasparenza sull’effettivo titolare delle somme depositate, che deve avere un nome e cognome ben preciso in modo da uscire dall’area grigia rappresentata dal mero possesso del titolo di risparmio.

In particolare il colpo di grazia per i libretti al portatore è arrivato lo scorso anno con il varo del Dlgs 90/2017, che ha recepito la IV direttiva comunitaria in materia di antiriciclaggio. Già dall’estate del 2017 è consentita, infatti, esclusivamente l’emissione di libretti di deposito, bancari o postali, nominativi. Allo stesso tempo è vietato il trasferimento dei libretti al portatore esistenti. Lo stesso decreto aveva anche stabilito il termine ultimo di estinzione fissato al 31 dicembre 2018.

Il tempo per chiuderli quindi c’era. E anche banche e Poste dovevano fare la loro parte: in questi mesi alla prima occasione utile, come ad esempio la richiesta di versamento di somme di denaro sul libretto, gli intermediari erano tenuti a richiamare il portatore all’obbligo di estinzione del libretto stesso, senza attendere il termine ultimo di fine 2018. Adesso manca meno di un mese per chiuderli definitivamente.

Chi rischia pesanti sanzioni

Ma cosa accadrà a chi non si reca in banca o presso l’ufficio postale per l’estinzione entro fine anno? Dopo questa data i libretti al portatore saranno inutilizzabili. Ciò significa che banche e Poste Italiane non potranno dar seguito a richieste di movimentazioni su di essi e, fermo restando l’obbligo di liquidazione del saldo del libretto a favore del portatore, saranno obbligate a effettuare una comunicazione al Mef, che applicherà al portatore “fuori tempo massimo” una sanzione amministrativa da 250 a 500 euro.

Ma sanzioni, anche più pesanti, erano già state previste nell’ultimo decennio per chi non rispettava il tetto massimo del saldo dei libretti che è stato via via limato da 12.500 a 5.000 mila euro fino a portarlo agli attuali mille euro (ossia il deposito non deve superare in ogni momento i 999,99 euro). Inoltre, per monitorare i passaggi, chi trasferiva il titolo era obbligato a comunicare entro 30 giorni alla banca o alle Poste che lo hanno emesso la data del trasferimento e i dati identificativi del cessionario. Questo già dal lontano 2009. Chi sforava il limite fissato per il saldo era punito con una sanzione pecuniaria dal 20% al 40% del saldo stesso; mentre per la mancata comunicazione del trasferimento da parte del cedente o per la mancata regolarizzazione, si applicava la sanzione dal 10% al 20% del saldo. Sanzione che ad un certo punto è arrivata a toccare il 30-40% e con un importo minimo pari, di fatto, al saldo del libretto, anche per i passaggi di mano dei libretti al portatore non comunicati all’emittente entro 30 giorni. Trasferimenti che dall’estate 2017 sono stati anche vietati con il Dlgs 90/2017 che ha dato ai libretti al portatore il definitivo colpo di grazia.

Ai fini Isee, non solo per la normativa antiriciclaggio, gli intermediari sono tenuti a comunicate all’anagrafe dei rapporti l’esistenza del libretto di risparmio al portatore in capo all’ultimo detentore noto e quindi a questi fini è come se fossero libretti nominativi a tutti gli effetti.

Il peso dell’imposta di bollo

Ma a mettere fuorigioco il libretto al portatore e rendere poco conveniente l’estinzione a chi in questi giorni sta valutando di recarsi in banca e in Posta per incassare il gruzzoletto rimasto, non sono solo le sanzioni. Ad abbattere il saldo, fino anche a portarlo sotto lo zero, potrebbe anche essere l’imposta di bollo. Va infatti ricordato che al pari dei conti correnti, anche i libretti di risparmio bancari o postali sono assoggettati a un’imposta di bollo fissa di 34,20 euro su base annua (100 euro per le aziende).

Una tassa ricorrente dovuta qualora la giacenza media annua delle somme detenute nel complesso con tutti i rapporti presso il medesimo intermediario (non solo sul singolo libretto) sia superiore a 5.000 euro. E nei casi in cui l’imposta sui libretti di risparmio sia dovuta e non sia stata ancora pagata perché il portatore in questi anni non si è mai presentato allo sportello, l’intermediario finanziario è tenuto ad addebitare il tributo al cliente e versarlo all’Erario anche per gli anni precedenti. Un prelievo che potrebbe portare anche in negativo le disponibilità presenti sul libretto. Il saldo facciale potrebbe differire dal saldo contabile effettivo in atteso dell’aggiornamento alla prima presentazione delle operazioni in sospeso di accredito (di solito pochi euro o centesimi di interessi) o di addebito (per eventuali spese di tenuta o per recupero dell’imposta di bollo). Se per esempio il saldo facciale del libretto è di 100-200 euro, bastano pochi anni di arretrato – durante i quali il titolare non si è mai recato in filiale per aggiornarlo - per veder svanire le disponibilità sul libretto con il pagamento dei 34,2 euro annui dell’imposta di bollo.

Libretti dormienti

In questo contesto è bene ricordare che molti libretti di risparmio al portatore saranno anche stati riversati - dopo 10 anni di dormienza - nel Fondo rapporti dormienti presso il Mef, ma solo se il saldo superava i 100 euro. È quindi da attendersi che la maggior parte dei depositi a risparmio in circolazione abbia un saldo facciale del libretto non superiore a 100 euro.

Occorre quindi fare due conti prima di recarsi in banca o in Posta per estinguere in extremis il libretto di risparmio al portatore in proprio possesso. Il rischio è di trovarsi con la brutta sorpresa di non incassare nulla e di dover tirare fuori perfino dei soldi. Potrebbe essere conveniente prendere il libretto e stracciarlo.

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