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    Dossier | N. 3 articoli Banche, il nodo dei crediti deteriorati

    Banche, svalutazioni più morbide su Npl Acquisti più facili per le specializzate

    Il punto finale sulle modalità di svalutazione dei futuri Npl sarà messo la settimana prossima, a valle del Trilogo Ue. Ma le posizioni che nel frattempo si stanno formando vanno all’insegna di un chiaro ammorbidimento rispetto alle indicazioni iniziali del Consiglio Ue e della stessa Vigilanza Bce. Con un esito potenziale che consente al settore bancario di avere un po’ più di ossigeno nel percorso di accantonamento automatico dei nuovi crediti deteriorati. E, novità di non poco conto, che permette agli acquirenti bancari di Npl di avere un periodo di “grazia” prima di dover avviare gli accantonamenti.

    La posizione del Parlamento

    Ieri a dare un’importante contributo in questo senso è stata la commissione economica del Parlamento Ue presieduta da Roberto Gualtieri. Che, ridimensionando la proposta originaria della Commissione Ue (8 anni per svalutare i crediti garantiti, 2 i non garantiti), ha confermato gli orizzonti temporali previsti dal Consiglio Ue per la svalutazione finale dei crediti pur garantendo modalità più morbide per la copertura progressiva. Per il Parlamento i crediti deteriorati non garantiti dovranno essere svalutati al 100% dopo tre anni, quelli garantiti da immobili dopo nove anni e quelli coperti da garanzie finanziarie dopo sette.

    Nel dettaglio, l’accantonamento sui non garantiti per i primi due anni è pari a zero mentre scatta al 100% solo dopo il terzo anno, a fronte di un Consiglio che chiede una svalutazione del 35% già dopo due anni. Per quanto riguarda i crediti deteriorati collateralizzati da garanzie finanziarie (previste dalla Crr), il testo approvato ieri dal Parlamento prevede una traiettoria di copertura che parte dal 23% allo scattare dei 3 anni dall’ingresso in deterioramento per salire al 35% l’anno successivo e arrivare al 50% dopo cinque anni (contro una proposta del Consiglio che va dal 25,5% al terzo anno per toccare il 69% dopo cinque anni). Sui crediti garantiti da immobili, invece, il Parlamento vuole un accantonamento progressivo che inizia sempre dopo il terzo anno al 20%, per raggiungere il 55% dopo 6 anni, a fronte di un Consiglio che chiede il 25,5% al terzo anno e il 69% dopo cinque anni.

    Dettagli numerici a parte, le modifiche introdotte ieri dal Parlamento vanno nella direzione, auspicata da Abi e Bankitalia, di dare più tempo alle banche per i processi di recupero dei credito, o quanto meno di attutire l’impatto negativo delle svalutazioni negli anni centrali spostandole più avanti nel tempo. «La proposta sui crediti deteriorati che abbiamo votato oggi assicura una maggiore stabilità alle nostre banche, tutelando i risparmi degli italiani», ha detto il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

    Le novità per le specializzate

    Va detto che nel testo approvato ieri non hanno trovato spazio due richieste dell’industry, che chiedeva di non dover svalutare fino al 100% il credito garantito da immobili, e premeva per un approccio di svalutazioni per portafoglio e non per singole posizioni. D’altra parte, il Parlamento ha inserito un incentivo a vantaggio delle banche specializzate nell’acquisto di Npl.

    Soggetti che, di fatto, avranno un periodo di “grazia” di uno o due anni prima di dover avviare gli accantonamenti automatici dopo l’acquisto di Npl da altre banche. Il rischio, che il Parlamento ha voluto evitare, era che gli Npl potessero essere comprati in prevalenza da soggetti finanziari non bancari, come i grandi fondi di investimento, che non devono sottostare agli obblighi previsti dal calendar provisioning. Così facendo, la commissione Econ riduce lo svantaggio dei soggetti regolati e nel contempo sostiene anche i prezzi dei crediti.

    «I miglioramenti che siamo riusciti a introdurre sul trattamento degli Npl venduti sul mercato secondario sono significativi ma limitati - dice Roberto Gualtieri -. D’altro canto, va sottolineato che sono stati respinti tutti gli emendamenti che chiedevano un estensione del calendar provisioning allo stock o che avrebbero imposto accantonamenti più elevati in tempi più rapidi». Mercoledì prossimo si metterà il punto finale al testo.

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