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Come la Bce reinvestirà i titoli in scadenza. Bocciata…

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DOPO LA FINE DEL QE

Come la Bce reinvestirà i titoli in scadenza. Bocciata l’operazione Twist della Fed

Il reinvestimento dei 2.600 miliardi di titoli acquistati dalla Bce con il PPA (programma di acquisto attività come titoli di stato, obbligazioni societarie, cartolarizzazioni e covered bond ) continuerà per un prolungato periodo di tempo dopo il primo rialzo dei tassi, ha fatto sapere giovedì la Bce, e questo significa che la politica monetaria continuerà ad essere molto accomodante a lungo, mantenendo invariato lo stock dei titoli nel portafoglio delle banche centrali nazionali e continuando con un approccio di neutralità nei confronti del mercato.

Nuovi acquisti su titoli con scadenze analoghe a quelli vecchi
La Bce ha deciso infatti di continuare a rispettare il mercato, reinvestendo fondamentalmente in un nuovo titolo con la stessa scadenza del titolo rimborsato, salvo aggiustamenti tecnici di natura operativa: la Bce non sarà dunque invasiva come la Federal Reserve che nella cosiddetta operazione Twist ha venduto titoli a breve termine (quindi imponendo al mercato di acquistarne di più aumentando l'offerta) e per acquistarne di più a lungo termine. L'operazione Twist ha esteso la durata nel portafoglio della Fed mentre la Bce ha deciso di mantenere a questo riguardo la neutralità. Essere quanto più possibile neutrale, rispettando la curva dei rendimenti e quindi tentando di abbassare i tassi in maniera omogenea e spalmata lungo la curva, consente alla Bce di rispettare altre finalità come quelle di non creare distorsioni e di non prosciugare la liquidità dove non c'è.

Aggiustamento graduale delle quote per Paese
In quanto alla chiave capitale cioè alla quota di acquisti divisa per i 19 Paesi dell'area dell'euro, anche in questo caso ci sarà un aggiustamento all'interno nel reinvestimento dello stock dei 2.600 miliardi circa (le dimensioni delle consistenze dei titoli che verrà fotografata il 31 dicembre 2018 quando finiranno gli acquisti netti). I ritocchi terranno conto non soltanto della nuova chiave capitale in vigore dal primo gennaio 2019 (quota di partecipazione nel capitale della Bce delle 19 banche centrali nazionali, rivista ogni cinque anni in base al Pil e alla popolazione dei paesi) ma anche dell'avvicinamento di ciascun Paese alla sua chiave capitale, vecchia o nuova. Nel corso del programma PPA, infatti, alcuni Paesi hanno avuto meno titoli acquistati rispetto alla chiave capitale, perché non emettevano abbastanza debito oppure perché erano entrati in un programma di aiuti esterni dell'ESM: ebbene, nel corso del reinvestimento, la chiave capitale dei 19 verrà quanto più possibile rispettata e riflessa nella distribuzione dello stock.

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