È un passo cruciale verso il completamento del Tap (Trans Adriatic Pipeline), il progetto di gasdotto che garantirà il trasporto del gas dalla regione del Mar Caspio in Europa. Il consorzio che fa capo alla pipeline (Snam, Bp e Socar con il 20% ciascuna, Fluxys 19%, Enagás 16% e Axpo 5), ha reso infatti noto oggi di aver chiuso a dicembre il cerchio attorno a un project financing da 3,9 miliardi, erogato da un gruppo di 17 banche commerciali (tra le quali figurano anche Intesa Sanpaolo, UniCredit e Ubi Banca), insieme alla Bei (Banca europea per gli investimenti) e alla Bers (Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo), e coperto in parte da un pool di agenzie di credito all’esportazione che annovera Sace, Bpifrance ed Euler Hermes.
Un mix di prestiti da soggetti terzi
In particolare, il consorzio ha raccolto 3,7 miliardi di prestiti senior concessi da terzi per una durata complessiva di 16,5
anni: una linea diretta di credito Bei da 700 milioni con garanzia Ue tramite l’Efsi (il fondo europeo per gli investimenti
strategici), due finanziamenti Bers da 500 milioni ciascuno e ulteriori coperture di Sace (700 milioni), Bpifrance (450 milioni)
ed Euler Hermes(280 milioni), oltre a prestiti diretti da banche commerciali per 635 milioni di euro. Per il project financing,
Tap è stato affiancato da SocGen come advisor finanziario e da Allen&Overy per gli aspetti legali, mentre Clifford Chance
ha supportato le istituzioni finanziarie.
Schieppati: passo avanti significativo
«Con il perfezionamento del project financing, Tap ha fatto un significativo passo avanti verso il completamento del progetto avvicinandosi ulteriormente al traguardo della consegna del gas di Shah Deniz nel 2020», ha commentato Luca Schieppati,
managing director di Tap, per poi sottolineare «che la società si è volontariamente impegnata a rispettare gli standard previsti
per questo tipo di operazioni, soddisfacendo tutti i criteri di valutazione necessari a garantire l’impegno da parte delle
istituzioni finanziarie internazionali, in particolare sotto il profilo sociale e ambientale». Secondo la nota diffusa oggi,
è la più grande operazione di questo genere per un progetto infrastrutturale in Europa nel 2018, i cui costi erano stati interamente
coperti in precedenza dai soci del Tap (l’esborso complessivo è di 4,5 miliardi).
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